Una delle abilità alla base della professione del docente è la gestione della classe, vale a dire la messa in opera di competenze relazionali, affettive, organizzative che permettono sia agli alunni di lavorare in modo sereno e proficuo sia all'insegnante di gestire in modo ottimale il suo lavoro.
Non sempre è facile gestire le classi e nei casi in cui l'insegnante (maestro o professore che sia) trova difficoltà nel "tenere sotto controllo" i suoi alunni, sperimenta un senso di frustrazione che mina la sua autostima e il suo senso di autoefficacia.
Rispetto alla gestione della classe concorrono essenzialmente due variabili:
- La prima riguarda effettivamente le caratteristiche degli alunni: ci sono classi di alunni tranquilli, laboriosi ed educati, con una solida famiglia alle spalle che tiene in primaria considerazione il fattore "educazione"; vi sono altre classi, invece, che sembrano agglomerati di alunni problematici, vivaci, poco rispettosi dell'ambiente e delle persone (immaginiamo, ad esempio, le classi che si formano nei quartieri degradati delle grandi città). E' ovvio che le strategie e i comportamenti degli insegnanti cambieranno a seconda che si abbia a che fare con l'uno o l'altro modello di classe (naturalmente le due tipologie sono una semplificazone di comodo; nella realtà non esistono né solo "classi ghetto" né sole classi "angeliche").
- La seconda variabile - ben più importante - riguarda l'insegnante, in riferimento alla sua personalità, alla sua autostima, al suo senso di autoefficacia, all'autorevolezza con cui si rapporta alle classi e ai singoli alunni.