David R. Olson è professore emerito presso l'Ontario Institute for Studies in Education (OISE), Università di Toronto, Canada. In principio è stato per tre anni insegnante nella scuola primaria e secondaria. Tornerà a frequentare gli ambienti universitari quando gli verrà offerta una borsa di studio in Psicologia dell'educazione. Dopo aver conosciuto l'opera di Vygotskij, Olson resta sempre più persuaso che la ricerca sul linguaggio sia la corsia preferenziale per studiare la mente; da qui la strenua opposizione al comportamentismo. I suoi lavori, che presero le mosse da "Il ruolo del linguaggio nella regolazione del comportamento", attirarono l'attenzione di Jerome Bruner, che lo invitò ad Harvard in qualità di ricercatore.
Gli studi di Olson poggiano sull'assunto che l'apprendimento del linguaggio modifica il modo di pensare e di pianificare le azioni. Da qui il passo ulteriore dello studioso canadese, il quale ebbe il sospetto che l'uso deliberato e consapevole del linguaggio nella stesura e lettura dei testi scritti potesse avere un effetto ancora più incisivo sullo sviluppo e la strutturazione della mente. I suoi studi successivi sembrano dimostrare proprio questo: la scrittura porta il linguaggio al livello della consapevolezza, che diventa poi uno strumento del pensiero riflessivo.
La scrittura, quindi, e non più solo l'uso spontaneo della lingua, sembra aggiungere una nuova forma di consapevolezza del linguaggio e, di conseguenza, una nuova forma di consapevolezza del pensiero.
A livello didattico l'Autore indica come strumenti essenziali la lettura e la critica, attraverso la discussione con gli altri, di testi scritti. La discussione sarà animata da domande come: "Cosa significa questo?"; "Quello che dici si può parafrasare con parole migliori?"; "Puoi usare parole diverse?".
Ad Olson è inoltre riferibile una nuova concezione della responsabilità nell'apprendimento, potremmo dire un cambio di prospettiva. Egli ritiene che gli insegnanti, nel rapporto educativo, siano visti a torto gli unici responsabili del successo o dell'insuccesso degli alunni. I bambini sono visti come incolpevoli a cui non si può attribuire nessuna responsabilità. La conseguenza negativa di questo atteggiamento è la totale incapacità, da parte degli alunni, di assumersi delle responsabilità, a considerare se stessi come soggetti che devono rendere conto del proprio operato. Olson, in questo cambio di prospettiva, afferma che "se avere accesso all'educazione è un diritto, imparare è una responsabilità".
Questi pensieri sono racchiusi nell'opera "Teoria psicologica e riforma educativa"
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