giovedì 28 febbraio 2013

Dislessia, una raccolta di software: KIT PC DSA

KIT PC DSA è una raccolta di software, informazioni e video guide per personal computer di alunni dislessici.

L'obiettivo dello strumento è aiutare le famiglie, i ragazzi e gli insegnanti a districarsi tra le proposte di utilizzo delle nuove tecnologie compensative e conoscere le risorse gratuite reperibili nel mondo dell'informatica.

I software scelti in questa risorsa permettono ai ragazzini con DSA di allestire sul loro pc una ricchissima cassetta degli attrezzi per compensare le diverse attività e strumenti didattici. Si trovano, infatti, mappe, presentazioni, audio appunti, strumenti per catturare lo schermo, testi e immagini.

Il software presentato è Freeware per Windows

Questi i collegamenti per scaricare i materiali:

Formato . iso - Per realizzare un cd


La copertina - Da inserire sul CD


Consultando la fonte gli interessanti troveranno ulteriori informazioni e dettagli

lunedì 25 febbraio 2013

Tutti al mare … NO, TU NO!

di Benevenga Patrizia Docente di Scuola Primaria

L’anno scorso mio figlio di cinque anni è stato in gita tre giorni al mare. Ringrazierò a vita le sue maestre per avergli regalato una simile esperienza a quella età: condividere una spiaggia, una camera, una città diversa con i propri compagnetti non è paragonabile alla vacanza con mamma e papà … ed io lo posso ben sapere, avendo la possibilità di vivere i due contesti.

Mi congratulai con loro perché si erano assunte un impegno ed un onere non indifferente, lasciando le proprie famiglie, le proprie case per tanti giorni, accudendo bimbi così piccoli … a costo zero! 

Sì a costo zero, perché le insegnanti non percepiscono più la cosiddetta "indennità di missione", pur trattandosi di una cifra effimera e simbolica … “La sua abolizione ha mortificato la professionalità di docente che di fronte ad una prestazione di lavoro aggiuntiva gravosa dal punto di vista dell'orario (24 ore su 24) si fa carico anche della responsabilità civile nei confronti di alunni spesso minorenni.” (www.orizzonte scuola.it)

Purtroppo, (come si può ancora leggere nel sopracitato sito) ben tremila imprese sono a rischio di chiusura… e la colpa è nostra: i docenti non organizzano più i viaggi d’istruzione, mettendo  in ginocchio il turismo scolastico. Sono crollati del 70% su scala nazionale! Tanto davvero, ma assumersi responsabilità enormi senza il minimo di gratificazione non piacerebbe a nessuno, no? 
 
Eppure le maestre di mio figlio rappresentano la minoranza di docenti che pur volendo protestare, non vogliono perdere per “nessun oro del mondo” la gioia di quei teneri volti e condividere con loro anche esperienze extrascolastiche. 
Noi docenti conosciamo benissimo la valenza educativa e la ricaduta formativa di un’uscita didattica, ma non tutti ne sono consapevoli e ‘banalizzano’ la realtà scolastica.

“ Quasi venti euro per andare a vedere le api che pungono!!!” questo il commento che ho colto alle mie spalle, qualche giorno fa, mentre riportavo il figlioletto a casa. Le sue preziosissime maestre hanno, infatti,  organizzato un’uscita coi bimbi presso un apicoltore e a questa nonna è parsa una perdita di tempo e di soldi. Uhm! La tristezza maggiore mi proviene dal fatto che l’abbia detto in presenza della nipotina
La scena si commenta da sé … gli spunti di riflessione infiniti … 

Lasciassimo ad ognuno il proprio campo di competenza, nel rispetto e fiducia dell’impegno di tutti,  a beneficio di chi rappresenterà l’adulto di domani!

 


Allego, tra i tanti siti che si possono trovare facilmente sul web per organizzare gite scolastiche, quello di "Orme Lievi" del mio amico Malavenda, che offre la possibilità di far vivere a scuole o gruppi di ragazzi esperienze ricche di Bellezza e Natura in Val d'Angrogna, attraverso progetti tematici di educazione alla sostenibilità e soggiorni residenziali con attività educative di più giorni (da 2 a 5 giorni) presso i Rifugi Jumarre e Vaccarone...oppure week end  per famiglie e corsi per adulti (tra le proposte più collaudate: la fotografia, come fare il pane in casa, il riconoscimento delle piante spontanee e diversi stage di danze).

Il genitore competente


A cura della dott.ssa pedagogista Graziella Graceffa

                      
Il ruolo genitoriale è uno dei compiti più difficili dell’esistenza. Saper dosare regole e libertà, dipendenza ed autonomia, soprattutto con figli adolescenti, non è facile, giacché si rischia di sfociare nell’autoritarismo oppure, all’opposto, nell’eccessivo permissivismo. Sapere dare dei limiti ai propri figli è uno dei compiti fondamentali dei genitori, e in questa possibilità sta racchiuso il significato profondo dell’educazione.                                                                      

Il genitore deve sapere che la fatica che il suo bambino compie avrà una utilità per la sua crescita. Genitori amorevoli e premurosi, credendo di dover risparmiare ai figli l’esperienza del dolore, della paura o di altre emozioni negative, tentano di minimizzare e, di fatto, disconfermano i vissuti dei bambini disorientandoli. Diventa importante, dunque, difendere il diritto dei bambini di esperire tutta la gamma di emozioni possibili, includendo anche quelle negative, e individuare come compito dei genitori quello di accompagnare i figli in queste esperienze.                                             

Il ruolo genitoriale è uno dei compiti più difficili dell’esistenza. Saper dosare regole e libertà, dipendenza ed autonomia, soprattutto con figli adolescenti, non è facile, giacché si rischia di sfociare nell’autoritarismo oppure, all’opposto, nell’eccessivo permissivismo. Sapere dare dei limiti ai propri figli è uno dei compiti fondamentali dei genitori, e in questa possibilità sta racchiuso il significato profondo dell’educazione. 

Il genitore deve sapere che la fatica che il suo bambino compie avrà una utilità per la sua crescita. Genitori amorevoli e premurosi, credendo di dover risparmiare ai figli l’esperienza del dolore, della paura o di altre emozioni negative, tentano di minimizzare e, di fatto, disconfermano i vissuti dei bambini disorientandoli. Diventa importante, dunque, difendere il diritto dei bambini di esperire tutta la gamma di emozioni possibili, includendo anche quelle negative, e individuare come compito dei genitori quello di accompagnare i figli in queste esperienze.        

Non è sottraendo il bambino a situazioni dolorose che lo si tutela. Abbiamo bisogno di sperimentare il dolore e la frustrazione per diventare capaci anche di tollerarli e di affrontarli. Per attrezzarci sul piano emotivo dobbiamo dotarci di un bagaglio interno, che viene acquisito in modo “doloroso”, cioè con una dose di sofferenza.  

 Le situazioni frustranti e dolorose devono essere commisurate all’età. Per un bambino di tre anni può essere frustrante per esempio uscire dal negozio di giocattoli senza un gioco che gli piaceva molto, così come risulta dolorosa la separazione dai genitori all’atto dell’inserimento alla scuola materna. Tuttavia queste sono situazioni che un bambino può tollerare e superare, scoprendo di essere capace di farlo e diventando a poco a poco sempre più forte, sicuro e quindi tranquillo. Costruire dei limiti, attraverso l’acquisizione delle regole è necessario, purché queste ultime non ledano e non annullino l’individualità e la libertà dei propri figli. Sin dalla nascita il piccolo ha infatti bisogno di un intervento costante da parte degli adulti, in grado di contenere, regolare e instradare le sue richieste, le spinte evolutive, i suoi impulsi ancora molto istintivi. Questo significa per l’adulto, nel quotidiano, saper mantenere una certa fermezza educativa, nel pronunciare un “no” e riuscire a mantenerlo in maniera risoluta. 

venerdì 22 febbraio 2013

La magia dei 5 minuti... di pennichella!


di Patrizia Benevenga
Insegnante di scuola primaria


"Solo 5 minuti" si senton dire... quei cavallini scalpitanti, vedon le tapparelle scendere, una luce più soffusa, e l'invito a dormire.
Tra sorpresa e meraviglia, facce vispe e dispettose, occhi chiusi e sbirciatine e sorrisi qua e là, quei 5 minuti passano ma sembrano un'eternità...
La maestra lo sa che non sono sufficienti, approfitta della novità e altri 5 minuti dà!
E allora le teste vanno giù, più comode voglion stare, cercano un portapenne o un libro per meglio riposare...
5 minuti, ancora 5 minuti, e forse finalmente un sospiro posson dare, il respiro ascoltare, il cuoricino accompagnare.
Quei teneri cavallini, non scalpitano più, riprendono la lezione con una ''marcia'' in più!!!

E' la descrizione di quanto successo un pomeriggio qualunque del mese di dicembre. Senza aggiungere nulla di nuovo a quanto già si sa: i bambini che frequentano la scuola a tempo pieno sono particolarmente stanchi e al pomeriggio fanno fatica a concentrarsi. Nonostante l'intervallo post-pranzo di circa un'oretta, in cui giocano e sono liberi di dedicarsi ad altro, si ritrovano sempre troppo esagitati per riprendere un'attività: assenti attenzione e concentrazione, frequenti i mal di testa. Attenta osservatrice e ricercatrice di strategie utili al fine di assumere il controllo della classe, ripristinare la calma e la concentrazione, nonchè a favorire il benessere dei bambini ho sperimentato un ''riposino'' pomeridiano prima della ripresa delle attività didattiche. Ovviamente tanto stupore da parte dei bambini, ma apparente "difficoltà'' nel rilassarsi completamente! Sono convinta che tante insegnanti adottano già tale pratica, come altresì sono convinta che molte altre, invece, sono prese dal vortice dell'ansia e della fretta...
"Secondo una recente ricerca, effettuata dal neuroscienziato William Fishbein della City University di New York, sembrerebbe infatti che dormire nel primo pomeriggio aiuti la memoria e stimoli le capacità cognitive e di apprendimento. Sono sufficienti anche solo dodici minuti di riposo... per ottenere immensi benefici e aiutare a memorizzare meglio le nozioni appena apprese." (da medicinalive.com)
I bambini al giorno d'oggi si ritrovano ad affrontare tanti impegni e a vivere stimoli eccessivi, dunque è fondamentale trovare/inventarsi attimi di recupero psico-fisico.   
 Buona pratica quotidiana coi miei alunni è anche l'esecuzione di semplici esercizi fisici, direttamente in classe, per 5/10 minuti, prima di recarsi in refettorio. Si nota subito un rallentamento del ritmo del respiro e uno speciale 'raccoglimento'..."In quest'epoca" sostiene il dott. Cannistrà "si sottovaluta l'importanza decisiva dello 'stacco'. Fare altro, come un'attività fisica, permette alla mente di distrarsi, di concedersi delle pause che, in realtà, non solo la ricaricano ma le permettono anche di lavorare meglio."
E per noi adulti? Ovviamente stesso discorso. Travolti da corse quotidiane dimentichiamo di concederci qualche sosta. Basterebbero pochissimi minuti di distensione, occhi chiusi, smettere di pensare, per ricominciare come (e meglio di) prima.
"Respira, sorridi e vai con calma!!!" recita un monaco zen. Forse ha ragione!

giovedì 21 febbraio 2013

Navigare sicuri, le 10 regole di Google

Nel 2012 sono state arrestate 78 persone e sono stati oscurati 461 siti. In più si contano circa 355 persone denunciate e, negli ultimi 12 mesi, più di 30000 siti monitorati solo in Italia

E' evidente che il web, da risorsa educativa quale può essere, è anche luogo in cui si nascondono insidie di vario tipo, a cui sono esposti maggiormente i minori, perché più sprovveduti, ma non solo.

Per navigare in rete, dunque, è opportuno usare una serie di accortezze.

"Ecco le “regole d’oro” di Google per una corretta navigazione: dieci consigli direttamente dal motore di ricerca più diffuso su internet. Innanzitutto occorre aumentare la sicurezza della propria password (1). É importante anche non spedirla via mail o condividerla con altri (2). Le opzioni di ripristino della password vanno impostate e mantenute sempre aggiornate (3). Bisogna evitare, poi, di rispondere a email o messaggi istantanei che chiedono dati personali, password o numero di carta di credito (4). È necessario segnalare, inoltre, i contenuti che si ritengono inappropriati o illegali (5), così come, vanno controllate frequentemente le impostazioni di privacy e sicurezza (6). È importante ugualmente essere consapevoli della propria “reputazione digitale” (7). Quindi attenzione a ciò che si dice, si pubblica o si condivide sul web. Non dimentichiamoci neppure di mantenere aggiornati i sistemi operativi e i browser (8) e di prestare particolare attenzione alle registrazioni online (9). Infine, bisogna ricordarsi di bloccare sempre lo schermo quando non si utilizza il computer, il tablet o il telefono (10)."

giovedì 14 febbraio 2013

Prof... parliamo d'Amore?

Giulio (il nome è inventato, ma la situazione no) stava su un muretto nel cortile della scuola. Tre compagne di classe, in piedi intorno a lui, lo circondavano e gli suggerivano i titoli di alcune canzoni d'amore. Ho capito dopo un po' che Giulio aveva chiesto loro un consiglio per fare un CD per San Valentino alla "lei" che gli piace dalla prima media. Così, su un foglietto a quadretti sgualcito, appuntava titoli di Baglioni, 883 e brani internazionali in un inglese stentato.
Ho notato, anche in questo caso, quanto i ragazzi di tutte le età sentano profondamente l'esigenza di dare senso e significato all'amore che provano e vivono. 
"Prof. mi aiuta a scrivere una lettera d'amore per "lei"?". "Prof. mi dia un consiglio, che cosa posso regalarle per S. Valentino?". Un'altra alunna - riservata, timida e dolcissima - mi incontra per il corridoio e mi chiede se nel pomeriggio può avere il permesso di parlare fuori dall'aula con "lui", perché la rifiuta. "Ma io prof." mi dice con gli occhi lucidi "gli voglio bene davvero. Voglio sapere perché non mi vuole, ma se capisco che è contento lo stesso, per me va bene". Tutto ciò viene fuori dalla bocca, ma soprattutto dal cuore, di una ragazzina di 12 anni.
 Allora oggi, in classe, capisco che non serve parlare del discorso diretto e indiretto, non vale la pena distinguere il tempo della storia e quello del racconto; tolgo di mezzo il lavoro preparato su fabula e intreccio. Oggi il cuore degli alunni è altrove, ed è giusto così. Lo capisco dagli sguardi che si lanciano i ragazzi, dagli occhi lucidi, dai Baci Perugina sparsi qua e là sui banchi e dai biglietti che leggono gelosamente, a testa bassa e quasi in segreto.

 Oggi parliamo di amore. E quando riconduci i contenuti delle discipline a riferimenti universali - l'amore, la morte, la sofferenza, la pace, la dignità umana - in classe non hai bisogno di richiamare il silenzio. I ragazzi di tutte le età sono ipnotizzati, rapiti: in fondo si parla della vita di ciascuno di loro, del senso dei loro respiri, delle loro speranze e paure, dell'orizzonte delle loro aspirazioni più nobili e profonde.
 Non c'è nulla di più orientativo di una didattica che affronta e risponde a questi temi. 

Oggi parliamo dell'amore. Ma come affrontare un discorso del genere senza banalizzarlo o anche, involontariamente, dissacrarlo? Ci penso un po', poi estraggo l'iPhone su cui ho il testo integrale della Bibbia. Prima lettera ai Corinzi, capitolo 13, versetti da 1 a 13. Meglio che io stia zitto e parli chi ne sa più di me. L'Inno all'Amore. 
L'Amore è benigno, paziente, tutto sopporta, non invidia, non gode dell'ingiustizia... l'Amore si compiace della Verità ... E così via, come la melodia di una ballata. Qualche indegno commento su questi versetti e la constatazione che tutto ciò tocca profondamente il cuore di quelle creature, persino i più spavaldi sembrano crogiolarsi tra quelle parole. Qualcuno alza la mano per fare osservazioni, altri lo invitano ad abbassarla perché vogliono solo ascoltare.
"Prof. mentre legge penso a nonno e nonna, ancora scherzano e si vogliono bene... Anche se nonno si è rimbambito un po'... ". Una breve ed intensa risata. Poi di nuovo il silenzio. Mi permetto di fare un po' il bacchettone, anche se non amo le "prediche" sterili. Parliamo dei modelli d'amore proposti dai media. Di un'amore con la minuscola, fatto di tradimenti, egoismi, relazioni usa e getta. 

Spiego che tradire vuol dire consegnare il commilitone all'esercito nemico, e vale lo stesso per le relazioni tra gli esseri umani e per i tradimenti di tutti i giorni. 

Faccio notare che la coppia del momento, incensata in rete e su tutti i media, quella di Belen e Stefano, viene fuori da un vortice orrendo di tradimenti e menzogne e nasce - come racconta il Corriere della Sera di qualche giorno fa - con un bacio furtivo nel nascondimento di un bagno. Quell' amore nasce in assenza di luce. Lo condividono? Vorrebbero imitarlo? È quello che desidererebbero per loro stessi? 

"Prof. Un ragazzo mi ha detto che ha voglia di me, ma mi ha dato fastidio: non sono mica un gelato o una macchina di grossa cilindrata?!". Hai ragione stella mia, dici bene. Hai capito tutto. Mi piacerebbe che lo spiegassi anche a Federico Moccia, che con parole del genere ("Ho voglia di te", 2006, Feltrinelli) è diventato un guru dell'amore tra giovani e interprete di spicco dei sentimenti degli adolescenti. Che peccato se la scuola non mette ordine tra i messaggi e i contenuti da cui i giovani di oggi sono bombardati ogni giorno, senza sosta.

 Che peccato lasciare che amori sciocchi e frivoli prendano il posto di Ulisse e Penelope nell'immaginario e nei riferimenti dei ragazzi, con quell'amore sofferto, pensato, atteso, ma straordinariamente fedele.
"Non pensate che anche Penelope possa aver desiderato, anche solo per qualche attimo, la compagnia di Antinoo?". Silenzio in classe. 

Che peccato lasciare - mentre si rincorrono programmi scolastici che non esistono più - che prevalga Lady Gaga e i suoi flirt - in termini di modelling ed impatto emotivo - alla storia sofferta di Romeo e Giulietta di Shakespeare, al turbamento, ne "Le notti bianche" di Dostoevskji, di Nasten'ka e dell'impiegato sognatore che vaga nottetempo per le strade di San Pietroburgo ... alla fedeltà e alla tenacia umile di Renzo e Lucia. E, ancora, alle storie di Sara e Tobia, Ruth, Rachele e chi più ne ha più ne metta.

Che peccato se i modelli d'amore che lasciamo passare incontrastati sono soprattuto un manipolo di vip, viziati e ubriachi di lussi e capricci.
Suona la ricreazione, nessuno si muove. "Forza ragazzi, merenda!". 
"Prof., la prossima volta continuiamo a parlare di questo?"

Sportello DSA, by Erickson

La casa editrice Erickson mette a disposizione delle scuole e delle famiglie la sua esperienza e competenza sui D.S.A.: dislessia, disortografia, discalculia, disgrafia.

Il portale è suddiviso in diverse sezioni:


2. Per le scuole, con checklist per la valutazione

3. Erickson DSA, prodotti editoriali, servizi, informazione

4. Normativa aggiornata, nazionale e locale

5. Materiali, video e contributi scaricabili gratuitamente

6. Contattaci, servizio di consulenza gratuita.


martedì 12 febbraio 2013

La geografia con le maschere di Carnevale


La proposta su "Crescere Creativamente" è davvero molto interessante: imparare la geografia in modo creativo e motivante attraverso l'uso delle maschere di Carnevale. L'attività può svolgersi anche a casa e trasformarsi, all'interno della classe, in un interessante cartellone. 

Trovate la Penisola divisa in regioni con alcune maschere della commedia dell'Arte riferite alle rispettive località. L'alunno deve scrivere correttamente la regione corrispondente alla maschera.

L'attività non implica un impegno eccessivo: il pdf è di appena due pagine; tuttavia è utile per lavori interdisciplinari e per rendere piacevole la didattica della geografia utilizzando lo sfondo integratore delle maschere della commedia dell'arte. 

Cliccando qui, sempre dagli autori dello stesso blog, trovate un altro itinerario didattico sul Carnevale, con approfondimenti sulle diverse maschere... e molto altro.

giovedì 7 febbraio 2013

Violenza, bambini e TV: un dibattito sempre aperto... e mai risolto.



Di Graziella Graceffa
Dott.ssa pedagogista


Il continuo perpetuarsi di pubblicità, film, fiction, cartoni animati e videogiochi a sfondo violento  contribuiscono in larga parte ad un innalzamento della soglia di tolleranza verso la violenza, le prepotenze. 

L’esposizione prolungata a rappresentazioni di stile negativo influenza gli spettatori fin dalla prima infanzia. I protagonisti di film e fiction sono per i ragazzi modelli da seguire ed imitare per via del loro successo e dell’ammirazione che suscitano tra i coetanei, e rappresentano un esempio vincente - e per questo attraente - da seguire indipendentemente dal messaggio che veicolano o dallo stile di vita che rappresentano.

In questo modo, eroi e contro-eroi mediatici agiscono sullo spirito di emulazione, tanto importante in adolescenza, e contribuiscono a formare personalità slegate dalla realtà che vivono e si relazionano come se fossero in un film. Più che puntare il dito contro i media, sarebbe opportuno educare ad una fruizione consapevole, critica ed attenta dei programmi televisivi.

Troppo spesso però i ragazzi vengono lasciati soli di fronte allo schermo, eliminando di fatto la possibilità di un’educazione che passi dall’abitudine ad interpretare i messaggi  e non di assumerli senza porsi domande, di discutere con gli altri quello che si vede e, in sostanza, di essere vigili ed attenti rispetto a ciò che viene assimilato da ragazzi.

La televisione, per svolgere correttamente tale funzione, dovrebbe essere utilizzata con metodologie rigorose. Lo strumento televisivo non dovrebbe mai assumere la funzione di cattiva maestra e educare, in tal modo, alla violenza. Il bambino trascorre mediamente davanti al televisore un tempo eccessivo, con conseguenze sicuramente negative; ciò succede, spesso, anche perché, mentre i genitori lavorano, i figli devono confrontarsi e misurarsi da soli con i messaggi televisivi. 

Gli effetti di tale prassi hanno un riscontro sul piano fisico (i piccoli hanno bisogno di movimento e di spazio) e sul piano cognitivo (i bambini necessitano di attivare l’intelligenza pre-operativa, mentre la televisione fornisce loro informazioni disorientanti e incerte sul piano emotivo).
I bambini sono, in tal modo, costretti ad accumulare tensioni e frustrazioni che, superando la soglia di sopportazione, si trasformano facilmente, se non sublimate, in forme d’aggressività.

Lo studioso John Condry, a tal proposito, nel saggio "Ladra di tempo, serva infedele (1994)" ha sostenuto che i messaggi dei programmi televisivi producono una violenza superiore alla realtà quotidiana. La famiglia, collaborando con la scuola, dovrebbe, perciò, essere chiamata in causa, per attutire l’impatto dei contenuti dei programmi televisivi sull’infanzia.

Karl Popper ha sostenuto che serve una “patente” per fare tv, per gli operatori della comunicazione, e concessa a coloro che, dopo un rigoroso “corso d’addestramento”, superino un esame; andrebbe ritirata a chi non si attiene alle regole fissate. Gli operatori della televisione devono essere consapevoli di essere coinvolti in una forma d’educazione di massa: essi devono agire come educatori, perché la televisione porta le sue immagini sia davanti ai bambini e ai giovani sia davanti agli adulti.

lunedì 4 febbraio 2013

Costituzione Italiana on - line con commenti per ogni articolo

PBM Storia, del gruppo editoriale Mondadori, mette a disposizione on-line, l'intera Costituzione Italiana, commentata in ognuno dei suoi 139 articoli e nelle Disposizioni Transitorie e Finali.
E' una risorsa ottima da usare in classe, con un semplice pc o con la LIM, oppure a casa, da ogni alunno, come strumento di studio e di approfondimento.

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