Dopo averlo visto per 4 volte (e lo vedrò ancora) sono convinto che il film "La parola ai giurati" di Sidney Lumet sia una capolavoro utilissimo per la proiezione in classe, adatto ad alunni dal terzo anno di scuola secondaria di I grado in su.
E' un film straordinario, intelligente, interpretato da un cast strepitoso, tra cui spicca il celebre Henry Fonda.
Quando mi proposero di vederlo restai scettico, anzitutto perché si tratta di una pellicola in bianco e nero, in secondo luogo - stando a quanto diceva chi lo proponeva - perché si svolge interamente in una stanza, eccetto che per soli tre minuti di film. "Come può non annoiare un film che si svolge interamente in una stanza?", mi chiedevo. Mi sono ricreduto subito dopo averlo visto. Ne consiglio la visione sia per uso didattico che per piacere personale: ne vale davvero la pena.
12 giurati si ritrovano in una stanza di tribunale, in una specie di conclave civile: il loro compito è prendere una decisione in merito alla colpevolezza, o all'innocenza, di un giovane imputato di 18 anni, accusato di parricidio. Nella stessa stanza, quindi, coesistono per alcune ore 12 personalità, 12 visioni del mondo e della vita diverse l'una dall'altra, 12 persone comuni, ciascuna influenzata dai propri pregiudizi.
Si preannuncia una consultazione rapida, tutti sembrano persuasi della colpevolezza del ragazzo. Si procede alla votazione: 11 giurati a favore della pena di morte e uno solo, Henry Fonda, contrario.
Il motivo? Una vita umana è troppo importante per poter decidere in pochi minuti su una condanna alla pena capitale. Inizia da qui una battaglia logica, verbale, intellettuale, tra l'unico giurato favorevole all'assoluzione e gli altri undici, ciascuno persuaso da proprie motivazioni più o meno razionali, più o meno logiche, più o meno ragionevoli.
E' proprio al "ragionevole dubbio" di innocenza che si appella il giurato Henry Fonda (magistrale la sua interpretazione). Si passa così all'analisi scrupolosa delle prove, degli indizi, delle testimonianze emerse durante il processo. La consultazione, auspicata in principio di breve durata, diventa lunga, faticosa, tra l'insofferenza di molti e la ragionevolezza del dubbio che a poco a poco emerge negli imputati.
Si parte dall'analisi dell'arma del delitto, per passare poi alla testimonianza di un vecchio e di una donna; è la constatazione di quanto la superficialità e il pregiudizio spesso influenzino malamente decisioni di grande importanza. Si tratta di smontare, pezzo dopo pezzo, un impianto accusatorio fondato sul nulla.
Sebbene siano presenti elementi propri del genere "giallo", le discussioni sulle prove, sugli indizi, sui capi d'accusa, sono un pretesto che porta verso più ampie tematiche: l'importanza della vita umana, la libertà di pensiero, la democrazia come perno di una società che tende alla giustizia.
Interpretazioni favolose per un film fuori dal comune.
Come usarlo a scuola, nelle aule? Anzitutto proporne una visione attenta.
Gli argomenti di discussione sono notevoli:
- Il discernimento attraverso un confronto libero e costruttivo.
- La presenza del pregiudizio come cardine di scelte e decisioni personali.
- Il confronto come fondamento della democrazia.
- La necessità di dedicare del tempo a ciò che merita tempo.
- Il valore della vita umana.
- Il senso della giustizia intesa come cardine della società democratica.
- La mitezza e la ragionevolezza come base di una personalità equilibrata e libera.
Tra le attività che possono svolgersi, dopo la visione di questo capolavoro, potrebbe esserci anche quella del gioco delle identificazioni: ciascuno prova a paragonare le diverse personalità della pellicola con altre dei nostri giorni - sia note che meno note - in un gioco di somiglianze e differenze.
Purtroppo non ho trovato on line nessun link gratuito (in passato c'erano). Mi limito perciò a segnalarvi in basso la versione in DVD, davvero economica (ne ho regalati 4 lo scorso Natale).
Buona visione a chiunque voglia "rischiare" con questa pellicola.
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