Non
c’è bacchettoneria in quello che scrivo appresso, non sono il tipo. Solo un
tentativo di ragionare, a modo mio s’intende, e senza pretese di universalità.
Le
bocche e i cuori di bambini e ragazzi nella festa di “Ognissanti” si riempiono
di frasi, costumi, usanze sulla festività di Halloween. Hanno già i costumi da
strega pronti e, forse, già una festa organizzata a scuola o in un locale dai
loro genitori.
Ma
ciò che più mi fa riflettere non è certo che bambini e adolescenti sfruttino
occasioni “belle e impacchettate” per bighellonare e fare festa! Piuttosto che
ad alimentare questa “moda” – non la definisco certo tradizione – abbia contribuito in modo massiccio la
scuola: in principio solo appannaggio dello studio delle tradizioni
anglosassoni nell’ambito della lingua inglese, successivamente è diventata una prassi
inserire attività a tema nelle varie discipline, dall’italiano
all’arte e immagine: c’è un grande darsi da fare per realizzare lavoretti,
addobbare la classe con fantasmi, pipistrelli, zucche, ragnatele.
La
presenza di questa festività così rozzamente inserita nella nostra tradizione e
nei nostri costumi - ben diversi da quelli dei paesi nordici da cui proviene –
ha senza dubbio diverse motivazioni, ma ognuna di esse avrebbe potuto – e
dovuto! – trovare nel mondo della scuola antidoti potenti.
Voglio
dire che la scuola - che è il mondo dei saperi che si declinano in competenze
per lo sviluppo della persona, della famiglia, della società tutta – dovrebbe
“filtrare”, attraverso setacci di conoscenza, consapevolezza, cultura, quanto
di futile e insensato viene proposto dai “pilastri della Terra” alla massa
tecnologizzata e, forse, un po’ lobotomizzata.
Penso ad una scuola che formi persone consapevoli delle comunicazioni subdole che
provengono dalla società dei consumi ... e Halloween è un enorme fenomeno
mediatico basato sul marketing, sulla pubblicità
martellante diffusa dalle reti Mediaset: grazie a questo ha preso piede tra
le mode della nostra società, passando attraverso gli schermi sotto forma di
film, maschere, prodotti vari, giocattoli, costumi; si sono poi accodati i
locali, i pub, le ludoteche, pronti a festeggiare Halloween, addobbati come set
di un film dell’orrore. Consumi, spese, acquisti, corsa alla stranezza più “in”
e al vestito più orrido che ci sia in circolazione.
Penso anche ad una scuola che educhi ad una “navigazione” consapevole nella
società dei consumi, che fornisca strumenti per gestire, o evitare, la manipolazione cerebrale delle
multinazionali e dei mezzi di comunicazione, che creano il bisogno e subito
forniscono la merce con cui soddisfarlo.
E invece proprio la scuola abbocca ad una
tale, subdola, manipolazione!
Ho
visto persino insegnanti di istituti superiori che si prodigano direttamente
per organizzare la festa scolastica di Halloween. Mi chiedo: non esistono forse
decine di modi per fare festa senza scomodare una tradizione celtica che non
ci appartiene neppure lontanamente e orribili maschere ossianiche di mostri e
insetti? Per il travestimento, la finzione, la burlesque, non basta Carnevale?
Forse
il nome Halloween fa tendenza, è un nome inglese e l’inglese va di moda: la
lingua del potere economico, dell’informatica, delle multinazionali, del rock.
Ecco, penso ad una scuola che sappia
apprezzare, custodire, rielaborare la propria cultura, con la dovuta
apertura ad altri mondi, alla cittadinanza mondiale, ma senza quei complessi di inferiorità che sfociano nella palese
esterofilia. Come mai nei paesi anglosassoni non hanno importato il
“nostro” Carnevale come noi abbiamo fatto con il “loro” Halloween? Forse perché
non abbiamo Hollywood, e tutto il suo potere di persuasione, né i potentissimi
mezzi di comunicazione di massa di cui loro dispongono, né … i dollari e le
sterline.
Tra qualche decennio festeggeremo il “dragone” cinese perché, nel frattempo, la
Cina sarà diventata economicamente inarrestabile? Chissà…
Non
dovremmo riconoscere forse un enorme patrimonio culturale, fatto anche di riti,
tradizioni, pratiche, che andrebbero custodite, tramandate, capite?
E se
non lo fa la scuola, chi altro dovrebbe farlo?
Penso a quanto potrebbe dire la nostra
cultura - imbottita di romanità, giudaismo, cristianesimo – sul tema della
morte, a cui tutti i ragazzi di ogni età sono sensibili; al tema delle
virtù umane, se proprio non vogliamo scomodare il concetto ecclesiale, ed
inviso a molti, di santità.
Quanto
senso avrebbe il carme de “I sepolcri” letto e studiato a ridosso del giorno
dei defunti! Quanto le vicende dei martiri! Quanto le idee dei filosofi sulle
virtù e sull’aldilà!
Domani
in classe parlerò della morte, e se vogliono ne parleranno anche gli alunni, che
hanno perso già nonni, in qualche caso persino genitori o fratelli. Dove
proveranno mai a trovare una risposta – fosse anche materialista/sensista – al
tema della morte, se a ridosso della festività dei defunti la scuola non sa
fare altro che svuotare zucche e disegnare pipistrelli? Sarà forse Jack O’
Lantern a fornire senso?
Celebrare
i defunti, ce lo insegna Foscolo, non è certo una premura esclusiva della
Chiesa e del mondo cristiano! E’ un
dovere etico e morale di una comunità civile che rispetta la morte, dalla quale
“nullo homo vivente po’ skappare”. E siamo sicuri che in questa occasione non
possiamo far altro che travestirci da streghe o da vampiri?
E poi, pensandoci bene, penso che i nostri ragazzi siano già sufficientemente circondati da orrori e brutture e non abbiano bisogno di ulteriori dosi, anche se sotto forma di finzione. E' la bellezza che salverà il mondo (Dostoevskji), non l'orrido/notturno camuffato da festa. Lasciamo che i ragazzi festeggino la luce e non le tenebre, facciamo in modo che preferiscano il giorno e non la notte, educhiamoli alla bellezza e non al macabro.
C’è fame di senso negli alunni di tutte le
età (come anche negli adulti di tutte le età), soprattutto sui grandi temi su
cui, in alcune progettazioni, si elaborano interi moduli didattici: la vita, la
morte, la bellezza, l’amore, la sofferenza e chi più ne ha più ne metta.
Lasciamo
che siano altri a mascherare i ragazzi e a svuotare zucche; noi proviamo a
portare senso là dove, in un battaglia fino all’ultimo dollaro, c’è chi proprio
sul vuoto di senso costruisce fortune.
Perciò,stamme a ssenti...nun fa''o restivo,
suppuorteme vicino-che te 'mporta?
Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive:
nuje simmo serie...appartenimmo à
morte!"
Totò, a Livella
Nel blog Guamodì, seppur visitatissimo, non troverete post che sponsorizzano la festa di Halloween; se dovessero esserci, è accaduto per errore e vi prego di segnalarmelo per la rimozione. Grazie
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