mercoledì 30 ottobre 2013

Ma perché festeggiamo Halloween nelle scuole?

L’insulsa abitudine di festeggiare Halloween… nelle scuole!

Non c’è bacchettoneria in quello che scrivo appresso, non sono il tipo. Solo un tentativo di ragionare, a modo mio s’intende, e senza pretese di universalità.

Le bocche e i cuori di bambini e ragazzi nella festa di “Ognissanti” si riempiono di frasi, costumi, usanze sulla festività di Halloween. Hanno già i costumi da strega pronti e, forse, già una festa organizzata a scuola o in un locale dai loro genitori.
Ma ciò che più mi fa riflettere non è certo che bambini e adolescenti sfruttino occasioni “belle e impacchettate” per bighellonare e fare festa! Piuttosto che ad alimentare questa “moda” – non la definisco certo tradizione – abbia contribuito in modo massiccio la scuola: in principio solo appannaggio dello studio delle tradizioni anglosassoni nell’ambito della lingua inglese, successivamente è diventata una prassi inserire attività a tema nelle varie discipline, dall’italiano all’arte e immagine: c’è un grande darsi da fare per realizzare lavoretti, addobbare la classe con fantasmi, pipistrelli, zucche, ragnatele.
La presenza di questa festività così rozzamente inserita nella nostra tradizione e nei nostri costumi - ben diversi da quelli dei paesi nordici da cui proviene – ha senza dubbio diverse motivazioni, ma ognuna di esse avrebbe potuto – e dovuto! – trovare nel mondo della scuola antidoti potenti.
Voglio dire che la scuola - che è il mondo dei saperi che si declinano in competenze per lo sviluppo della persona, della famiglia, della società tutta – dovrebbe “filtrare”, attraverso setacci di conoscenza, consapevolezza, cultura, quanto di futile e insensato viene proposto dai “pilastri della Terra” alla massa tecnologizzata e, forse, un po’ lobotomizzata.
Penso ad una scuola che formi persone consapevoli delle comunicazioni subdole che provengono dalla società dei consumi ... e Halloween è un enorme fenomeno mediatico basato sul marketing, sulla pubblicità martellante diffusa dalle reti Mediaset: grazie a questo ha preso piede tra le mode della nostra società, passando attraverso gli schermi sotto forma di film, maschere, prodotti vari, giocattoli, costumi; si sono poi accodati i locali, i pub, le ludoteche, pronti a festeggiare Halloween, addobbati come set di un film dell’orrore. Consumi, spese, acquisti, corsa alla stranezza più “in” e al vestito più orrido che ci sia in circolazione.
Penso anche ad una scuola che educhi ad una “navigazione” consapevole nella società dei consumi, che fornisca strumenti per gestire, o evitare, la manipolazione cerebrale delle multinazionali e dei mezzi di comunicazione, che creano il bisogno e subito forniscono la merce con cui soddisfarlo.
E invece proprio la scuola abbocca ad una tale, subdola, manipolazione!
Ho visto persino insegnanti di istituti superiori che si prodigano direttamente per organizzare la festa scolastica di Halloween. Mi chiedo: non esistono forse decine di modi per fare festa senza scomodare una tradizione celtica che non ci appartiene neppure lontanamente e orribili maschere ossianiche di mostri e insetti? Per il travestimento, la finzione, la burlesque, non basta Carnevale?
Forse il nome Halloween fa tendenza, è un nome inglese e l’inglese va di moda: la lingua del potere economico, dell’informatica, delle multinazionali, del rock.
Ecco, penso ad una scuola che sappia apprezzare, custodire, rielaborare la propria cultura, con la dovuta apertura ad altri mondi, alla cittadinanza mondiale, ma senza quei complessi di inferiorità che sfociano nella palese esterofilia. Come mai nei paesi anglosassoni non hanno importato il “nostro” Carnevale come noi abbiamo fatto con il “loro” Halloween? Forse perché non abbiamo Hollywood, e tutto il suo potere di persuasione, né i potentissimi mezzi di comunicazione di massa di cui loro dispongono, né … i dollari e le sterline.
Tra qualche decennio festeggeremo il “dragone” cinese perché, nel frattempo, la Cina sarà diventata economicamente inarrestabile? Chissà…
Non dovremmo riconoscere forse un enorme patrimonio culturale, fatto anche di riti, tradizioni, pratiche, che andrebbero custodite, tramandate, capite?
E se non lo fa la scuola, chi altro dovrebbe farlo?
Penso a quanto potrebbe dire la nostra cultura - imbottita di romanità, giudaismo, cristianesimo – sul tema della morte, a cui tutti i ragazzi di ogni età sono sensibili; al tema delle virtù umane, se proprio non vogliamo scomodare il concetto ecclesiale, ed inviso a molti, di santità.
Quanto senso avrebbe il carme de “I sepolcri” letto e studiato a ridosso del giorno dei defunti! Quanto le vicende dei martiri! Quanto le idee dei filosofi sulle virtù e sull’aldilà!
Domani in classe parlerò della morte, e se vogliono ne parleranno anche gli alunni, che hanno perso già nonni, in qualche caso persino genitori o fratelli. Dove proveranno mai a trovare una risposta – fosse anche materialista/sensista – al tema della morte, se a ridosso della festività dei defunti la scuola non sa fare altro che svuotare zucche e disegnare pipistrelli? Sarà forse Jack O’ Lantern a fornire senso?
Celebrare i defunti, ce lo insegna Foscolo, non è certo una premura esclusiva della Chiesa e del  mondo cristiano! E’ un dovere etico e morale di una comunità civile che rispetta la morte, dalla quale “nullo homo vivente po’ skappare”. E siamo sicuri che in questa occasione non possiamo far altro che travestirci da streghe o da vampiri?
E poi, pensandoci bene, penso che i nostri ragazzi siano già sufficientemente circondati da orrori e brutture e non abbiano bisogno di ulteriori dosi, anche se sotto forma di finzione. E' la bellezza che salverà il mondo (Dostoevskji), non l'orrido/notturno camuffato da festa. Lasciamo che i ragazzi festeggino la luce e non le tenebre, facciamo in modo che preferiscano il giorno e non la notte, educhiamoli alla bellezza e non al macabro.
C’è fame di senso negli alunni di tutte le età (come anche negli adulti di tutte le età), soprattutto sui grandi temi su cui, in alcune progettazioni, si elaborano interi moduli didattici: la vita, la morte, la bellezza, l’amore, la sofferenza e chi più ne ha più ne metta.
Lasciamo che siano altri a mascherare i ragazzi e a svuotare zucche; noi proviamo a portare senso là dove, in un battaglia fino all’ultimo dollaro, c’è chi proprio sul vuoto di senso costruisce fortune.

Perciò,stamme a ssenti...nun fa''o restivo,
suppuorteme vicino-che te 'mporta?
Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive:
nuje simmo serie...appartenimmo à morte!"


Totò, a Livella

Nel blog Guamodì, seppur visitatissimo, non troverete post che sponsorizzano la festa di Halloween; se dovessero esserci, è accaduto per errore e vi prego di segnalarmelo per la rimozione. Grazie

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