Tradurre un testo non è solo questione di conoscenza. Non basta sapere le regole e, a volte, non basta nemmeno saperle applicare. Occorre un metodo, una prassi da rispettare, un ordine da darsi e da seguire. E' soprattutto una questione di tecnica, che mescola conoscenze generali pregresse, conoscenze specifiche, intuito, etc...
Da un intervento di Giuseppe Tesorio sul Corriere Della Sera estrapoliamo 7 utili consigli per tradurre al meglio una versioneda una lingua classica:
1) Leggere bene il brano - Leggere attentamente, almeno tre volte. Meditare sul testo e concentrarsi su ogni singolo periodo. Rileggere il titolo: spesso risulta utile ai fini della comprensione della versione.
2) Sottolineare - Quattro ore di tempo sono sufficienti per affrontare con ordine, metodo e serenità la prova d’esame. Dunque, individuare i periodi con la sottolineatura dei verbi, facendo attenzione anche alla punteggiatura.
3) Analizzare i verbi - Una volta sottolineate le forme verbali, analizzare i singoli periodi (principali, subordinate, coordinate), esaminare quindi i modi e i tempi verbali chiedendosene il perché. La conoscenza della morfologia è fondamentale per poter individuare e comprendere i nessi logici della frase.
4) Consultare il vocabolario - Conclusa l’analisi si può consultare il vocabolario (evitare di sfogliarlo freneticamente). La consultazione del lemma deve corrispondere alla contestualizzazione del testo (storico, filosofico, militare). La ricerca deve essere il più possibile mirata e finalizzata alla conferma di una ipotesi dettata dalla precedente analisi; un verbo va sempre cercato con il suo costrutto e qualsiasi vocabolo va consultato tenendo conto della tipologia del brano.
5) Cogliere le sfumature - Attenzione sempre viva e costante per cogliere sfumature e possibili richiami, sia quando si legge il testo sia quando si consulta il dizionario (espressioni idiomatiche, lemmi tecnico-scientifici).
6) Tradurre e verificare la coerenza - Primo abbozzo di traduzione, quella, cioè, che segue la struttura generale del periodo latino. E dal momento che il latino è una lingua sintetica e l’italiano una lingua analitica, incomincia adesso la rielaborazione del testo. Rileggere la prima stesura, è utile per verificare la contiguità col testo e/o per controllare gli eventuali passi difettosi di coerenza e di quelli non rispettosi delle regole morfo-sintattiche (che comunque bisogna conoscere).
7) Rendere in buon italiano – Sistemazione del testo tradotto in un italiano corretto dal punto di vista sintattico, linguistico (scelta dei termini o degli aggettivi appropriati), ortografico, senza “interpretare” (manipolare) il pensiero altrui, perché cercare di rimanere fedeli al testo non significa essere approssimativi nella resa italiana.
Fonte: Corriere Della Sera
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