(di patrizia benevenga)
-La prof che ci ha
cambiato-
Eravamo tre, Gino,
Stefano e io, inseparabili. Le nostre storie familiari così simili
fra loro, così irreparabilmente disastrate, ci avevano reso subito
amici.
Ci rifugiavamo nei cessi,
insieme... Riuscivamo a farla al prof di turno. E lì fumavamo, a
volte una canna in tre. Ogni tanto eravamo beccati.
"Diretto', la
marijuana è il mio ossigeno... Non mi fa pensare a tutti i problemi
che c'ho a casa"
Gino incalzava:
"...E' giusto,
Direttore, avete ragione, non si fuma dentro il Centro! Ma voi non
potete capire, certe cose bisogna provarle prima...".
Stefano la buttava sullo
spirito e rassicurava:
"Non è che le
stiamo proponendo di fumare... Gli altri ne stanno fuori, non si
preoccupi, Direttore, fumiamo senza coinvolgere nessuno".
Io insistevo sul
patetico:
"Sono troppo
nervoso, ho troppi pensieri in testa, il fumo mi rilassa, mi fa
sentire più allegro... cosa vuole? Preferisce che mi butti nel
lago?"
E così per quasi un
anno, fino a quando una prof di matematica...
Quella sì che era brava!
Veramente era pure giovane e carina. E poi ci voleva bene, a tutti e
tre. Con lei riuscivamo a parlare dei nostri problemi, di ciò che
veramente ci piaceva.
Quando eravamo assenti, e
ci capitava spesso, ci chiamava al cellulare ed era impossibile dirle
di no! Riuscì persino a farci studiare... non assai, ma quel che
basta per farla finita con la scuola... A diciotto anni, se stai
ancora fra i banchi e la testa è fuori... scoppi, non li sopporti
quei prof cravatta o tacchetti che ti ricordano quanto sei incivile e
senza regole e non si preoccupano di come stai veramente. Quella prof
invece era speciale, aiutò me, Stefano e Gino. Divenne nostra amica.
Conosceva i Metallica, era tifosa della magica Juve, ci dava consigli
persino con le ragazze... e con lei non ci sentivamo dei cretini a
parlare di certe cose.
Insomma, alla fine
dell'anno, noi, i veterani del Centro, ottenemmo la qualifica. Io e
Stefano trovammo pure lavoro. Gino no, fuori della scuola non ce la
fece. Entrò, però, in una comunità di recupero. Ora non so più
nulla di lui. Con Stefano, invece mi vedo e ci esco insieme. Lui,
ogni tanto, ci torna a scuola e li va a salutare tutti i prof, anche
quelli cravatta e tacchetti. In fondo-mi dice- la scuola ci ha
bruciato il fumo!"
Che dirvi? Cosa aggiungere? Cosa commentare?
Tratto dal volume "TRIBU' DI FRONTIERA, insegnanti in costruzione" di Roberto Pozzi,
questo bellissimo brano parla da sè.
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