L'uso dei monosillabi da - dà o da' è solo un esempio che richiama questioni più generali rispetto a tutti i monosillabi accentati. Anche rispetto ad essi, infatti, è frequentissimo trovare errori vari e nei più svariati contesti, persino - e l'ho notato qualche giorno fa - nella barra dei titoli del TG2. Alcuni non si pongono il problema, altri si affidano al caso o alla "sensibilità del momento" pur ponendoselo.
In realtà basta capire un pochino il meccanismo della lingua italiana, anche rispetto a questo argomento, per scrivere correttamente e per rispettare - lo leggevo qualche giorno fa - la quarta lingua più studiata al mondo (l'italiano, appunto)!
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Diciamo anzitutto che l'apostrofo e l'accento, come anche altri segni grafici, non sono aggiunte che la lingua italiana usa perché non ha nient'altro da fare o perché è più bello. C'è sempre una funzione dietro ai segni linguistici che aiuta la lingua ad essere più chiara e, in questo caso, i segni servono per distinguere le varie funzioni delle parole che, apparentemente, si sembrano la stessa cosa perché si scrivono allo stesso modo.
L'apostrofo, generalmente, si usa nella nostra lingua quando "tagliamo via qualcosa", quando ad esempio eliminiamo da una parola una vocale o una sillaba. A quel punto l'apostrofo entra a sopperire la mancanza che si è generata nella parola.
Facciamo un esempio, per poi arrivare al caso che abbiamo esposto nel titolo.
In italiano possiamo dire "POCO", tuttavia possiamo anche scrivere PO': notate bene! Non ho scritto "pò" con l'accento, ho scritto po' con l'apostrofo. Molte persone, invece, scrivendo commettono proprio l'errore di scrivere pò con l'accento, cosa sbagliatissima perché si tratta di un troncamento (un'eccezione tra l'altro), che non ha nulla a che vedere con l'accentuazione della sillaba.
Quando usiamo DA' (con l'apostrofo)? Si usa da' con l'apostrofo quando usiamo il verbo dare all'imperativo, il tempo verbale che serve per dare ordini, disposizioni categoriche. La forma estesa sarebbe "DAI", come ad esempio "Dai una mano a tuo fratello per i compiti"; ebbene, la lingua italiana permette di eliminare la vocale "i" e, al suo posto, occorre utilizzare l'apostrofo.
Quindi "Dai una mano a tuo fratello" oppure "Da' una mano a tuo fratello", vanno bene entrambe... ma mai "dà una mano a tuo fratello" oppure "da una mano a tuo fratello". Perché, ci chiediamo?
La parola "DA" in italiano può avere due funzioni: preposizione semplice (di, a, da, in con su...), come per esempio "vado da mia nonna", oppure verbo dare: Es. "Il distributore non dà resto".
L'accento serve proprio per distinguere le due funzioni: anche se la parola è la stessa, si tratta di due funzioni grammaticali completamente diverse, in un caso preposizione semplice, nell'altro verbo dare!
L'accento perciò non è affatto un "segnetto così" (come una volta mi disse un alunno), ma è di fondamentale importanza per rendere chiara questa importante distinzione linguistica.
Quindi:
- Ho una fame da lupi: in questo caso l'accento non ci vuole perché non si tratta del verbo dare
- Il tuo tono di voce mi dà pace: in questo caso occorre l'accento perché si tratta del verbo dare.
UN TRUCCO: per non sbagliare può essere utile usare il seguente accorgimento, molto semplice ed efficace. In presenza di da provate a sostituirlo con "dava" (l'imperfetto del verbo dare), se il verbo alle vostre orecchie "suona bene" e la frase ha senso, si tratta di un verbo, e quindi vuole o l'accento dà, oppure l'apostrofo da'. Nel caso contrario, cioè se appurate che la sostituzione non è pertinente, vuol dire che si tratta di una semplice preposizione e quindi si scrive senza accento: da.
Un po' di esempi (po', non pò!!!):
1. Giulio non mi dà ascolto ------- Infatti, "Giulio non mi dava ascolto"
2. Da' ascolto a tuo padre! ---- Qui si può sostituire con dava, quindi è chiaro che si tratta di un verbo, ma trattandosi anche di un ordine, un comando, si riconosce subito l'imperativo, quindi sarebbe "dai ascolto a tuo padre", che diventa "da' ascolto a tuo padre".
3. Sta tornando da Napoli ---- Proviamo la sostituzione: "sta tornando dava Napoli". E' ovvio che la sostituzione non ha senso, quindi non si tratta di un verbo. Per questa ragione abbiamo una preposizione semplice che non ha bisogno né di accento né di apostrofo.
Gli stessi criteri si usano per tutti gli altri monosillabi. Occorre sempre tenere presente che l'italiano usa segni grafici - accento, apostrofo - solo quando è necessario, vale a dire quando occorre distinguere due funzioni linguistiche.
Prendiamo, ad esempio, la parola fa: essa può essere un verbo, usato spesso come locuzione temporale nelle frasi come "l'ho visto tempo fa", o la quarta nota musicale. Essa non è, a differenza del monosillabo da, una preposizione semplice.
Per questa ragione non ha alcun senso scrivere fà perché la parola non può confondersi con nessun'altra. Scrivere fa con l'accento (fà), infatti, è un errore gravissimo che, purtroppo, viene commesso molto spesso.
Avremo quindi fa, senza alcun segno grafico in aggiunta, per indicare semplicemente il verbo fare:
Es. - Antonio non fa i compiti
E avremo invece il fa' con l'apostrofo quando si tratta di un verbo al modo imperativo (per un ordine o un comando):
Es. - Sbrigati! Fa' i compiti ---- infatti: fai i compiti; si elide la "i" e diventa fa' i compiti
Per tutti gli altri di monosillabi, e per avere un quadro generale di tutti i casi in cui si hanno dubbi, invito a scaricare una scheda riassuntiva che ho creato io stesso per gli alunni. Si tratta di un promemoria ortografico che non ha nessuna pretesa di esaustività, ma che può risultare utile e di immediato utilizzo.
A questo punto una domanda:
in una delle tre foto presenti in questo post c'è un errore di ortografia. Quale??? :)