Di Patrizia Benevenga
... grida Re Lear di Shakespeare.
La gratitudine è come la rosa: deve essere nutrita, annaffiata, coltivata, amata e protetta.
Se i nostri figli sono ingrati, di chi la colpa? Probabilmente nostra.
Se non abbiamo mai insegnato a esprimere gratitudine per gli altri, come possiamo aspettarci che siano riconoscenti con noi?
Dobbiamo ricordarci che i nostri figli sono quasi sempre come noi li facciamo.
Se nella loro infanzia hanno respirato il tepore della bontà e della cordialità, non c'è da stupirsi che facciano come hanno sempre visto fare!
Ricordate che per avere dei figli riconoscenti, dobbiamo essere riconoscenti.
《I piccoli orci hanno grandi orecchie》 ...
Per esempio, se vi venisse mai la tentazione di criticare qualcuno in presenza dei bambini, attenzione a quello che fate!
Non dite mai: "Guarda che 'straccio' la cugina ha mandato per Natale! Non si è sprecata. Se la sarà cavata con pochi centesimi".
L'osservazione è volgare e i bambini stanno tutt'orecchi.
Invece faremmo meglio a dire: "Quante ore avrà impiegato la cugina per farci questo regalo per Natale! Non è carino? Scriviamole subito un biglietto per ringraziarla".E i bambini assorbiranno inconsciamente l'abitudine di apprezzare e ringraziare.
Avviarli nel mondo con la pericolosa idea che nella vita tutto è dovuto rappresenta la nostra più grande sconfitta.
Osservazioni tratte da uno scritto di Dale Carnegie
di patrizia benevenga |
Nessun commento:
Posta un commento