Penso non si faccia mai abbastanza chiarezza su alcuni dei termini che da qualche anno monopolizzano la scuola italiana. Mi riferisco alla portata didattica di tre parole, che troviamo insistentemente nei documenti ministeriali, nelle leggi di Stato, nei libri di testo, in special modo nelle indicazioni sulla programmazione didattica: CONOSCENZA, ABILITA' E COMPETENZA.
Non si tratta soltanto di vuota terminologia, per cui conoscere o no le parole comporta solo un cambiamento nell'estensione del proprio dizionario personale.
"Nomen omen", il principio secondo cui le parole veicolano l'essenza di ciò che significano, vale anche in questo caso: conoscere la differenza tra questi tre concetti vuol dire approcciare in modo diverso alla pratica didattica.
Prendendo in prestito due concetti dalla critica letteraria, possiamo dire che conoscere l'essenza concettuale di questi termini non provoca soltanto un cambiamento nell'ambito della forma, dell'apparire, ma anche del contenuto, della sostanza, della pratica del "fare scuola". Cambiamenti, quindi, nel modo di progettare, di insegnare, di valutare, di strutturare verifiche, persino di disporre i banchi all'interno dell'aula.
Per questo riporto, nel link in basso, un contributo molto utile scritto da Ermanno Puricelli ed estrapolato dal sito dell'INDIRE.
Vi consiglio un'attenta lettura che sarà senz'altro edificante per i docenti e gli "addetti ai lavori" del mondo della scuola. Anticipo anche i contenuti trattati all'interno dell'articolo:
CONTENUTI:
- Il bisogno di un quadro concettuale chiaro;
- Le competenze come nuovi obiettivi?;
- La relazione degli obiettivi alle competenze;
- La relazione degli obiettivi alle capacità;
- La relazione degli obiettivi alle abilità e conoscenze;
- Indicazioni conclusive.
"Obiettivi formativi e competenze" di Ermanno Puricelli-----------------------
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