sabato 30 luglio 2016

A.S. 2016/2017: ecco date, scadenze, festività per ogni regione

Il Ministero della Pubblica Istruzione ha pubblicato il calendario scolastico per l'anno 2016/2017.

Le lezioni riprenderanno tra il 12 e il 15 settembre, per terminare tra il 7 e il 10 di giugno.
Gli alunni e studenti che ricominceranno per primi l'anno scolastico sono quelli delle regioni Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Molise, Piemonte, Umbria Valle D'Aosta e Veneto.

Tre giorni dopo riprenderanno il Lazio, la Campania, l'Emilia Romagna, le Marche, la Puglia e la Toscana

Prove INVALSI
Per la classe terza della scuola secondaria di I grado (terza media) la prova si terrà il 15 giugno 2017
Non è escluso che la prova venga spostata e anticipata durante l'anno scolastico. Il Sottosegretario Faraone, infatti, parlava di finalizzarla alla valutazione delle scuole e non degli alunni; per questa ragione potrebbe essere esclusa dalle prove d'esame. Staremo a vedere.

Esame di Maturità
Alle 8.30 del 21 giugno 2017 è prevista la prima prova dell'esame di Maturità, vale a dire la prova di italiano.
La data della seconda prova, con le discipline specifiche dell'indirizzo di studi frequentato, sarà stabilita dal MIUR a gennaio.
La Terza prova, invece, viene definita internamente da ogni commissione.

Giorni di festa nazionale (chiusura in tutta Italia):
- 1 novembre (Tutti i Santi)
- 8 dicembre
- 25 e 26 dicembre
-1 gennaio (Capodanno)
- 6 gennaio (Epifania)
- domenica di Pasqua e Lunedì dell’Angelo (16 e 17 aprile 2017)
- 25 aprile (Festa della Liberazione)
- 1 maggio (Festa del Lavoro)
- 2 giugno (Festa della Repubblica)

Seguono i calendari scolastici di tutte le regioni, indicanti il primo giorno di scuola, le vacanze di Natale, di Pasqua, la chiusura dell'anno scolastico e altre festività e ponti.

Calendario scolastico Abruzzo 2016/17
Data primo giorno di scuola: 12 settembre 2016
Vacanze di Natale: dal 24 dicembre 2016 all’8 gennaio 2017
-Vacanze di Pasqua: dal 13 al 18 aprile 2017
Data ultimo giorno di scuola: 7 giugno 2017
Altre festività e ponti: 31 ottobre 2016, 24 aprile 2017

venerdì 29 luglio 2016

Essere felici, di Hermann Hesse - Educare narrando


Hermann Hesse (Calw2 luglio 1877Montagnola9 agosto 1962è stato uno scrittorepoetaaforistafilosofo e pittore tedesco naturalizzato svizzero, insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1946.

Bellissimo testo su cui meditare. Ciascuno ne tragga le conclusioni che ritiene.

"Non esiste alcun dovere della vita,
vi è solo il dovere dell’essere felici.
Per questo solo, noi siamo al mondo,
e con tutti i doveri
e con tutta la morale
e con tutti i comandamenti
difficilmente ci si rende felici l’un l’altro,
perché non si rende felici se stessi.
Se l’uomo può essere buono,
lo può essere solo
se egli è felice,
se egli ha in se stesso armonia,
quindi se egli ama.
Questo è stato l’insegnamento,
il solo insegnamento del mondo;
Questo diceva Gesù,
questo diceva Budda,
questo diceva Hegel.
Per ognuno l’unica cosa importante al mondo dev'essere:
la propria interiorità
la propria anima
la propria capacità di amare.
Se queste sono in ordine
si possono mangiare meglio i dolci,
portare stracci o gioielli.
Allora il mondo risuonerà chiaramente con l’anima,
tutto è buono,
tutto è in ordine."

giovedì 28 luglio 2016

5 minute english: ottimo sito per studiare l'inglese (valido anche per la didattica)

Imparare l'inglese come seconda lingua non è certo facile, ma può diventare divertente. 5 Minutes English è stato pensato per fornire allo studente (sia esso giovane o adulto) brevi spiegazioni ed esercizi.

Tutte le risorse del sito sono gratuite.

E' possibile, inoltre, trovare risposta a tanti dubbi e domande che altri studenti hanno avuto e si sono posti esplicitamente (si trovano nella sezione "Question and Answer). 


Le lezioni sono suddivise in 6 categorie:

1. Grammatica;
2. Lettura;
3. Vocabolario/lessico;
4. Ascolto;
5. Pronuncia;
6. Slang/idiomi


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mercoledì 27 luglio 2016

MIUR - Chiamata diretta: Indicazioni operative per l'individuazione dei docenti trasferiti o assegnati agli ambiti territoriali e il conferimento degli incarichi nelle istituzioni scolastiche

La Legge n. 107 del 2015, la cosiddetta "Buona Scuola", prevede che il Dirigente Scolastico, riportiamo testualmente, "Propone gli incarichi ai docenti di ruolo assegnati all'ambito territoriale di riferimento [...] anche tenendo conto delle candidature presentate dai docenti medesimi".

In questo post, al link in basso, riportiamo le "Indicazioni operative per l'individuazione dei docenti trasferiti o assegnati agli ambiti territoriali e il conferimento degli incarichi nelle istituzioni scolastiche" pubblicate dal MIUR il 22 luglio scorso.

Il documento, in sintesi, affronta i seguenti argomenti (per la lettura approfondita si rimanda al documento cliccando, lo ripetiamo, sul link in fondo alla pagina):

- L'individuazione delle competenze
Il docente, che può egli stesso candidarsi a far parte del team della specifica scuola, viene scelto in base agli obiettivi strategici stabiliti dagli indirizzi del D.S. e dalle scelte pedagogiche e didattiche individuate dal Collegio dei Docenti. In altre parole, si definisce la "missione" dell'istituzione scolastica e da qui si scelgono i docenti che, in base al loro curriculum, sono definiti più idonei a realizzare la missione stessa. 

Giova ricordare che i docenti così individuati faranno parte dell'organico dell'autonomia complessivamente assegnato ad ogni istituzione scolastica, senza alcuna distinzione predeterminata tra organico per posti comuni e organico di potenziamento.

- I criteri
Il criterio principale che viene preso in considerazione è quello che fa riferimento alle esperienze del docente.

Questo approccio considera l'anzianità non un valore in sé, ma un elemento da valorizzare in quanto può aver consentito uno specifico sviluppo professionale, anche per i neo-immessi dalle graduatorie a esaurimento o dalle graduatorie di merito

-  La formazione
Dalla legge 107 essa viene considerata indispensabile, diventando strutturale, obbligatoria e permanente, individuale e collegiale.

Pertanto le attività formative, inserite a titolo esemplificativo nell' Allegato A, sono quelle svolte entro il 30 giugno 2016 per una durata di almeno 40 ore e realizzate da Università, Enti accreditati dal Miur e dalle Istituzioni scolastiche nell'ambito di piani regionali e nazionali.

- Le fasi della procedura (2 in totale)
 La procedura di individuazione dei docenti trasferiti o assegnati agli ambiti si compone di due distinte fasi

PRIMA FASE
1. Una prima fase (cfr. commi 79-82 della Legge) per l'individuazione dei docenti da assegnare alle istituzioni scolastiche, sulla base dei criteri espressi da ciascun dirigente scolastico in conformità al Piano triennale dell'offerta formativa e al Piano di miglioramento; 

I dirigenti scolastici

-  Individuano un numero congruo di criteri, indicativamente da tre a sei, anche in ordine di priorità, coerenti con il Piano triennale del!'offertaformativa e il Piano di miglioramento, corrispondenti alle competenze richieste per l'individuazione dei docenti. Per un elenco esemplificativo, si veda l'Allegato A, che riporta: esperienze acquisite, titoli e tipologie di percorsi di formazione;

- Pubblicano sul sito istituzionale della scuola,
a partire o dal 29 luglio (infanzia e primaria);
o dal 6 agosto (scuola secondaria di primo grado); 
o dal 18 agosto (scuola secondaria di secondo grado)

 uno o più avvisi con l'elenco dei posti dell'organico dell'autonomia vacanti e disponibili nell'istituzione scolastica, suddivisi per grado di istruzione, tipologia di posto e, per la secondaria, classe di concorso. 

Per ciascun posto, l'avviso specifica i criteri individuati, le modalità e i termini di scadenza per la presentazione delle candidature, per la proposta di incarico da parte del dirigente e per l'accettazione da parte del docente.

 In caso di mancata pubblicazione dell'avviso i posti saranno assegnati dall'Ufficio Scolastico Regionale e il Dirigente scolastico non potrà quindi prendere in considerazione alcuna candidatura.

- Esaminano la corrispondenza dei CV dei docenti inseriti nell'ambito, partendo da quelli che hanno presentato la propria candidatura, con i criteri prefissati. I dirigenti scolastici, per ciascuno dei posti, individuano così il docente cui proporre l'incarico, eventualmente anche mediante colloqui, in presenza o in remoto (ad es. videochiamata, skipe,.... ). In ogni caso, la scelta del docente dovrà essere motivata;

- Comunicano formalmente via mail ai docenti individuati la proposta di incarico;

- A seguito di accettazione formale via mail da parte del docente, danno atto della individuazione del docente [...].

- Procedono alla pubblicazione degli incarichi assegnati;

I docenti possono:

- Caricare nell'apposita sezione del sito Istanze On Line, nella quale troveranno, inserito un modello predefinito, il proprio CV (le Indicazioni stabiliscono precisamente i termini temporali di presentazione del CV diverso per ogni ordine scolastico);

- Presentare la propria candidatura ad una o più istituzioni scolastiche dell'ambito di destinazione secondo le modalità indicate nei singoli avvisi [...].

- Partecipare agli eventuali colloqui, in presenza o in remoto, per illustrare il proprio CV e acquisire informazioni utili per scegliere tra le diverse scuole;

- Optare, nel caso in cui ricevano una proposta di incarico da diverse scuole, tra una di esse, nel rispetto dei tempi e delle modalità fissati dai singoli avvisi.


SECONDA FASE
- Una seconda fase (cfr. comma 82 ultimo periodo della Legge) per l'individuazione e l'assegnazione dei docenti alle scuole da parte degli Uffici scolastici regionali nei casi residuali in cui la prima fase non abbia consentito di provvedervi.
In questa fase, ai sensi della normativa vigente, i docenti non assegnati ad alcuna Istituzione scolastica perché le loro candidature non hanno trovato accoglimento o perché non ne hanno presentate o perché il Dirigente scolastico non ha pubblicato il relativo avviso, sono assegnati dagli Uffici Scolastici Regionali alle istituzioni scolastiche.


martedì 26 luglio 2016

Giochi estivi per bambini, ragazzi e adulti!

I giochi di relazione, meglio se all'aperto, sono sempre da preferirsi. Stancano fisicamente, creano rapporti umani, insegnano a gestire i conflitti e la competizione. 
Nulla a che vedere con le relazioni, spesso "autistiche", che si instaurano tra smartphone, gioco elettronico e persona. I giochini elettronici, compresi i pokemon (la follia del momento), rendono il gioco un'esperienza per lo più di solitudine ed auto-referenzialità. In questo post intendo segnalare una pagina del blog di Monica Fortino, in cui vengono consigliati giochi di gruppo bellissimi, collaborativi, competitivi, adatti a tutte le fasce d'età.


Di seguito mi limito a segnalare i titoli e un brevissimo incipit dei giochi proposti.

Quiddich
 Nella Scuola di Magia di Hogwarts si sta per disputare una partita di Quiddich, il gioco preferito da tutti i maghi e le streghe del mondo. Purtroppo, noi poveri ‘Babbani’ (semplici umani senza poteri magici) dobbiamo giocare senza usare scope volanti, ma il divertimento è comunque assicurato!!!

Statua umana
Gioco in cui, anche gli adulti, si divertono moltissimo

Lo scolapasta
Ad ogni squadra viene dato un secchio pieno d’acqua e una spugna...

La maledizione della mummia
Nel deserto egiziano viene scoperta una grandissima piramide di cui non si era neppure informati dell’esistenza...

Le sedie sì e no
Si fanno due squadre. Davanti ad esse si pongono due sedie: su una si incollerà la parola ‘si’ e sull’altra ‘no’...

La fossa dei serpenti
I giocatori sono disposti in cerchio tenendosi per mano e formano la fossa dei serpenti. Due volontari (i serpenti a sonagli) stanno al centro del cerchio uno distante dall’altro, bendati e ognuno tiene in mano un barattolo pieno di fagioli o lenticchie o qualsiasi altro oggetto che fa rumore.

Alta marea
L’animatore predispone sul campo di gioco tanti bicchieri di carta: abbastanza vicini tra loro, ma non troppo...

giovedì 21 luglio 2016

Storia C 3 - L'Età Medievale: volume gratuito per la classe I della scuola secondaria di I grado

Storia C 3 - L'Età Medievale è un manuale di studio per la scuola secondaria di I grado, liberamente scaricabile in ebook e in licenza creative commons (si veda in seguito).

Questo volume è composto da 127 pagine.
L'insegnante può utilizzarlo in toto come risorsa didattica, oppure estrapolare ciò che più gli interessa.

Non sono dei trattati completi sull’argomento ma una sintesi sulla quale l’insegnante può basare la sua lezione, indicando poi altre fonti per gli approfondimenti. La licenza Creative Commons permette non solo di fruire liberamente l’e-book ma anche di modificarlo e personalizzarlo secondo le esigenze dell’insegnante e della classe. Chiunque può contribuire a migliorare questi ebook, segnalando integrazioni, modifiche, sviste ma anche nuovi manuali al coordinatore del progetto antoniobernardo@matematicamente.it. 


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INDICE

  1. L’IMPERO ROMANO: SOCIETÀ E ISTITUZIONI TRA IL II E
    IL III SECOLO D.C.7
    1. La crisi delle istituzioni

mercoledì 20 luglio 2016

Amazon lancia la piattaforma INSPIRE, dedicata ai docenti

Amazon, la nota piattaforma di commercio on-line, lancia il progetto INSPIRE, finalizzato a mettere a disposizione dei docenti una grande quantità di materiali da scaricare gratuitamente.

Per fare una buona lezione in classe - dice il video di presentazione della piattaforma - è necessario reperire materiali, risorse, informazioni, impiegando molto tempo nel pomeriggio del giorno precedente alla lezione. Amazon Inspire, attraverso un archivio creato dagli stessi docenti (che condividono il loro lavoro), mette a disposizione gratuitamente materiali didattici, scaricabili dopo aver effettuato l'accesso alla piattaforma.

Il materiale è consultabile e scaricabile facilmente, perché è suddiviso per discipline e fasce d'età degli allievi. 
Al momento pare che la risorsa sia soltanto in lingua inglese, ma è plausibile che a breve sarà disponibile in molte altre lingue, compreso l'italiano.
Nonostante l'ostacolo lingua, molti materiali, animazioni, slide, video sono utilizzabili anche in classi di scuole italiane.

martedì 19 luglio 2016

Come verificare le fonti digitali sul web, guida fondamentale per naviganti

Iniziamo con una citazione tratta dalla prima pagina del libro:

«Le informazioni accurate possono rivelarsi una risorsa cruciale per salvare molte vite nelle crisi umanitarie, ma le circostanze in cui tali crisi si presentano sono generalmente quelle in cui è più difficile reperire informazioni affidabili. Questo manuale sarà di grande aiuto non soltanto ai giornalisti, ma anche a chiunque operi direttamente in queste situazioni per la verifica dei fatti sul campo». - William Spindler, Portavoce, The United Nations High Commissioner for Refugees (UNHCR)

Il libro proposto, di 135 pagine in formato PDF, è offerto gratuitamente in lingua italiana dall'European Journalism Center.

 E' possibile scaricarlo al link in fondo al post.

In 10 capitoli vengono spiegate tutte le tecniche per verificare l'attendibilità delle fonti che ogni giorni ci bombardano sul web, sui motori di ricerca, sui social. L'utilità è fuori discussione, prima di tutto per i giornalisti, ma anche per tutti i cittadini che utilizzano la rete per formarsi, conoscere, informarsi e istruirsi.


sabato 16 luglio 2016

Come "Parlare di ISIS ai bambini", a cura di Dario Ianes


Il brano che segue è tratto dal libro "Parlare di Isis ai bambini", edito da Erickson e curato da Dario Ianes, i cui autori sono Pellai, Montanari, Mazzeo, Morin.

I recenti episodi di cronaca, drammatici, che lasciano il cuore pesante e le coscienze pietrificate, obbligano genitori, educatori, insegnanti, adulti ad affrontare la questione con i bambini: del resto è quasi impossibile che i più piccoli non si pongano domande, se ogni giorno vengono bombardati da immagini di tragedie, di volti di persone ammazzate, di bamboline accanto ai corpi di bambini morti.
Niente riesce a sminuire la portata della tragedia, né la gravità della violenza che la provoca, tuttavia ci sono canali comunicativi migliori di altri per affrontare la questione con i più piccoli.
Gli autori di questo libro suggeriscono strategie e modalità per affrontare il discorso, per rispondere alle domande di chi, troppo piccolo, non ha gli strumenti per comprendere ciò che vede. Il testo che segue è di Alberto Pellai, ed è estrapolato dal testo. In fondo al post trovate anche il link per acquistare il libro su Amazon.

“Figlio mio hai ragione quando dici che le immagini della Tivu e le parole della radio ti mettono tanta paura. E no, io non posso assicurarti che a noi non succederà mai, che la nostra vita resterà indenne da tutto questo. Però, io e te possiamo fare subito qualcosa per rendere il mondo un posto bello in cui vivere. Possiamo abbracciarci, così i nostri cuori che battono, l’uno contro l’altro, faranno capire alla nostra mente che non siamo soli. Che io e te possiamo contare l’uno sull’altro quando qualcosa ci spaventa. E sappi che io non sarò mai stanco di regalarti la forza protettiva del mio abbraccio. 

Possiamo cercare una stella, lassu nel cielo, e immaginarci che le anime di tutte le persone che hanno perso la vita per una strage così violenta e ingiusta ora sono là, dentro quella luce, a guardare il mondo dall’alto. A parlare in una dimensione che non ha più spazio e nemmeno tempo, di quanto piccolo è il cuore dell’uomo quando pensa che impugnare un’arma e sparare sia un buon modo per fare giustizia su questa terra. E possiamo anche immaginarci che su quella stella dove c’è luce, ma non c’è spazio e nemmeno tempo, a parlare con chi è morto c’è anche chi quella morte ha provocato. E lì, mentre sono tutti in cerchio, a quelle persone che hanno seminato morte, ora un papà sta mostrando dal cielo il viso di suo figlio che piange sulla terra, perché è rimasto solo e ha paura. Perché la sua mamma è anche lei rimasta sola, e si sta domandando se avrà la forza di far crescere quel bambino con la capacità di continuare a credere che vale la pena avere speranza nel domani. Chi ha causato quelle lacrime e tutto quel dolore a quel bambino e alla sua mamma, improvvisamente capirà la follia del suo gesto. E stando lassu sulla sua stella, ne proverà un rimorso così profondo da non riuscire a fare altro: rimarrà dentro alla luce meravigliosa di quella stella affogando nel dolore implacabile della vergogna per ciò che ha fatto. 
Quando domani incontrerai i tuoi amici e compagni che vengono da un’altra nazione, hanno un altro colore della pelle, professano un’altra religione , continua a cercare nei loro volti lo sguardo e il sorriso di un potenziale fratello e nei loro corpi la voglia di giocare di un amico a cui tirare la palla. Non ti posso salvare da un fanatico religioso che vuole affermare la sua follia travolgendo con un furgone che corre impazzito una folla riunita per fare festa. Quello io non lo so fare. E come hai visto in Tivu, non ci riesce a volte nemmeno la polizia e la politica che dovrebbero rendere il mondo un posto bello e sicuro in cui vivere. Ma ti posso insegnare la forza della solidarietà, la dignità della cooperazione, il desiderio di costruire, il bisogno di continuare a credere che l’uomo - ogni uomo - indipendente dal colore della sua pelle e dal Dio che prega al mattino e alla sera, è un mistero che chiede solo di essere accolto e amato. E nell’amore, nella solidarietà e nella cooperazione, io e te insieme possiamo costruire un mondo migliore. E possiamo dire a tutte le persone che vivono accanto a noi e che sono mulsulmane, oppure induiste o che non hanno il nostro stesso colore della pelle che loro possono fare lo stesso insieme a noi. Se tutti insieme ci riusciremo, tra qualche anno saranno loro ad insegnare a chi pensa di affermare la superiorità del proprio Dio attraverso la forza delle armi, che quella è una via sbagliata. E che qualsiasi religione si basa sulla forza dell’amore. E non sulla forza della forza. 
Perché se c’è una cosa che la vita mi ha insegnato è che chi è amato, impara ad amare. Mentre chi odia, impara ad odiare. E allora, anche se qualcuno ti verrà a dire che adesso c’è bisogno di vendetta, perché nessuno ha il diritto di farci provare così tanto terrore e paura, tu non crederci. Perché nel bisogno di vendetta si nasconde l’odio. E l’odio non porterà mai alla pace. E alla giustizia.
Ecco, figlio mio, non ti posso dare la certezza che a te e a me non succederà mai qualcosa di brutto. Ma ti posso assicurare che io e te insieme possiamo rendere questo mondo migliore. Con le nostre parole, i nostri gesti, i nostri sguardi. E la nostra voglia di pace. Abbracciami forte allora figlio mio. Prendi forza dal mio cuore che batte contro il tuo. Impara che quando ci si abbraccia, quando ci si guarda negli occhi, quando si alza lo sguardo al cielo per trovare la vera luce, il brutto smette di essere tale, la paura perde consistenza e si contamina con il coraggio dell’Amore. Quell’amore che stasera fa di me e di te insieme un “NOI” più grande del terrore che hai provato nel cuore guardando le immagini della strage di Parigi. Buona notte, figlio mio. Sogna la luce.”


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Cliccando qui sarai ricondotto alla pagina dedicata agli 

interventi del prof. Alberto Pellai

venerdì 15 luglio 2016

"L’inferno dei viventi...", di Italo Calvino - Educare Narrando


Si parla dell'inferno che c'è già in questo mondo, che a volte ci giunge per cause che non possiamo controllare, ma che altre volte siamo noi stessi a creare, a causa dei disagi della nostra convivenza, a causa dei nostri limiti e delle nostre paure di essere umani; per la nostra incapacità di distinguere ciò che è inferno da ciò che non lo è. Italo Calvino, ne "Le città invisibili", ci dà una descrizione di questo inferno e un possibile antidoto.

"L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme.
Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.
Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio."

Italo Calvino, Le città invisibili


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Come affrontare la bocciatura di un figlio, di Alberto Pellai

Ringrazio fin da subito il prof. Pellai che concede a questo blog la possibilità di utilizzare i suoi interventi. Anche stavolta, sulla sua pagina Facebook egli propone una riflessione utilissima rispetto alla circostanza, incresciosa, della bocciatura di un figlio, evidenziandone i risvolti psicologici, gli errori di valutazione e persino le opportunità che si nascondono sotto un insuccesso o, meglio, un "incidente di percorso".

La bocciatura viene vista, il più delle volte, come un fallimento, da cui spesso i ragazzi e le famiglie fanno fatica a riprendersi. Il prof. Alberto Pellai, noto psicologo, psicoterapeuta, docente universitario e autore di molti libri, affronta la questione sulle pagine del blog nostrofiglio.it, in un articolo curato da Alice Dutto.

All'articolo il professore premette questa riflessione, a cui faremo seguire il link che rimanda all'intervento completo.

"La bocciatura di un figlio viene vissuta in molte famiglie come un fallimento. I genitori a volte pensano di non essere stati mamme e papà adeguati, capaci di sostenere nel giusto modo il percorso scolastico del figlio. Molti ragazzi vivono la propria bocciatura non come un “incidente di percorso”, ma come un vero e proprio fallimento personale. E si sentono sbagliati, facendo fatica a credere di nuovo nelle proprie potenzialità. La scuola stessa vive le bocciature dei propri alunni come un insuccesso della propria proposta educativa. La bocciatura rappresenta certamente un momento di stallo, crea disagio e deve essere oggetto di riflessione, ripensamenti, riprogettazione. Ma non è un fallimento. E’ un evento critico che, se ben affrontato, può addirittura portare con sé molte cose buone. Molti ragazzi dopo una bocciatura fanno un vero e proprio salto di qualità nel loro percorso scolastico. Per esempio, alcuni grazie alla propria bocciatura, “riorientano” il proprio progetto e con il cambio di indirizzo e l’iscrizione ad un nuovo corso di studi trovano finalmente la propria strada. Altri si attrezzano e desiderosi di non voler più fare sbagli, riflettono sul proprio metodo di studio e lo modificano, innovandolo completamente, raggiungendo finalmente il successo e i traguardi sperati. Altri infine, comprendono che la vita è fatta anche di fatica. E che la bocciatura sanziona uno stile di impegno e studio troppo disimpegnato e disincantato, distratto e poco motivato che non semplicemente porta ad un fallimento scolastico, ma che, contestualizzato al proprio percorso di vita, potrebbe portare in futuro ad altre fatiche e a scarso successo. E quindi, consapevoli del proprio errore, perché ne hanno riscontrato le indesiderate conseguenze, riaggiustano la “mira” e si mettono di nuovo a centrare l’obiettivo dello studio e del profitto. E imparano a fare la fatica di fare fatica.
In generale la bocciatura non è mai un fallimento. E’ un’occasione di riflessione e ripensamento. E’ un evento critico, che come ogni crisi, porta con sé molte opportunità e potenzialità."



L'ARTICOLO è TRATTO DALLA PAGINA FACEBOOK DI ALBERTO PELLAI PER CONCESSIONE DELL'AUTORE.
LA PAGINA LA TROVI AL LINK RIPORTATO IN BASSO:

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giovedì 14 luglio 2016

Curriculum Mapping e didattica per competenze: un portale innovativo per realizzare buone pratiche e condividerle

La Fondazione Tim e Impara Digitale hanno realizzato Curriculum Mapping, una piattaforma innovativa dedicata alla didattica per competenze. L'obiettivo è realizzare una procedura guidata per realizzare percorsi per competenze.

Di seguito gli obiettivi principali che la piattaforma si propone:

- Sistematizzare le procedure  della progettazione didattica per competenze
- Permettere la progettazione condivisa tra varie scuole e docenti
- Costruire archivi di documentazione
- Facilitare la supervisione
- Costruire la memoria di un sistema che apprende

Le modalità di utilizzo sono varie: ogni docente può creare una rete, condividendo il suo materiale con altri docenti. Lo stesso docente può anche costruire le sue esperienze didattiche in collaborazione con i colleghi, invitandoli a collaborare.
I lavori realizzati finiranno in un archivio da cui, all'uopo, estrarre il materiale, i percorsi, le risorse (ad esempio le presentazioni in Power Point). Per facilitare il lavoro, all'interno di Curriculum Mapping sono stati inseriti documenti di riferimento per la progettazione scolastica e, in modo particolare, per la progettazione per competenze (ad esempio rubriche per competenze).

Cosa deve fare il docente in Curriculum Mapping?
Il docente crea una rete con i docenti con cui vuole collaborare. Crea la sua classe e procede alla realizzazione guidata delle unità di apprendimento, utilizzando anche le informazioni in archivio. Sceglie cosa valutare e come, individuando gli indicatori dalle rubriche di valutazione.
Con il diagramma di Gantt terrà d'occhio il percorso programmato, con la possibilità di effettuare modifiche. La sua Unità di Apprendimento finirà, in formato word, in un archivio, e sarà utilizzabile in futuro e dai docenti della stessa rete.

"Mappare il curriculum significa rendere intelligibile, condivisibile e trasparente il curriculum scolastico e le sue componenti. Con il curriculum mapping si possono vedere in modo sinottico i valori educativi fondamentali della scuola, le competenze di riferimento, la loro applicazione nei diversi assi culturali e livelli o gradi di scuola, la programmazione annuale per ogni anno e ciclo scolastico e la strutturazione delle unità formative della programmazione"


Di seguito è possibile visionare il video di presentazione:

martedì 12 luglio 2016

Rapporto sulle prove INVALSI 2016, tanti spunti su cui riflettere

Dopo le diverse "batterie" di prove, somministrate agli alunni di tutti gli ordini e gradi di scuola, l'INVALSI ne rende pubblico l'esito su scala nazionale.

E' stato pubblicato di recente, infatti, il fascicolo "Rilevazioni nazionali degli apprendimenti 2015-2016", scaricabile al link in fondo alla pagina, da cui è possibile estrapolare un ottimo quadro d'insieme del livello degli studenti della Penisola.

Di seguito riportiamo alcune evidenze in modo schematico, per facilitare la lettura e per questioni di immediatezza comunicativa; aggiungeremo qualche breve considerazione ai risultati quando si riterrà opportuno. Chi fosse interessato ad approfondire il rapporto, consultando numeri e grafici dettagliati, può farlo scaricando le 146 pagine del rapporto.

- La prova Invalsi ha permesso di monitorare il percorso degli alunni, dalla scuola primaria al secondo anno della scuola superiore. Il valore aggiunto è la novità di questo anno: permette, infatti, di verificare la qualità di una scuola monitorando il livello di partenza dell'alunno e il livello in uscita dello stesso alunno, a parità di contesto socio economico e socio culturale. In questo modo si può valutare la qualità del percorso svolto all'interno dell'istituzione scolastica. Rispetto a questo parametro la maggior parte delle scuole che non fanno il loro dovere le troviamo nel SUD, dove l'alunno in uscita è mediamente peggiorato rispetto ai suoi livelli in entrata. 

- I bambini della scuola primaria partono con livelli di competenza molto simili in tutte le aree del Paese: la differenza, invece, si accentua sensibilmente negli anni successivi. Se ne può dedurre che incide moltissimo il contesto sociale in cui cresce lo studente ma, soprattutto, la qualità della scuola.

- Il rapporto ripropone il divario a cui siamo abituati: il Nord Ovest e il Nord Est primeggiano, con risultati talvolta superiori alla media europea. Il Sud e le isole sono un autentico disastro. Se davvero la scuola può essere lo strumento di riscatto per il Meridione, dobbiamo purtroppo ammettere che fallisce miseramente.

- Il Sud primeggia, ahinoi, soltanto rispetto al Cheating, parola con la quale si indicano i suggerimenti degli insegnanti agli alunni, oppure i suggerimenti tra gli stessi alunni. Si tratta di una modalità decisamente scorretta di somministrazione della prova, attraverso cui i docenti impegnati nella sorveglianza delle classi aiutano, pur non potendolo fare, gli alunni, suggerendo le risposte giuste; oppure, gli stessi insegnanti lasciano che gli alunni siano liberi di scopiazzare. Essendo numerosissime le rilevazioni di Cheating al Sud (rilevazione che, si specifica, avviene a livello automatico dai sistemi informatici), sembra opportuno dedurre una maggiore disonestà da parte dei docenti meridionali rispetto a quelli del Centro-Nord.

- Nel Centro della Penisola si segnala un significativo miglioramento nelle regioni delle Marche e dell'Umbria; nel caso dell'Umbria soltanto rispetto alla lingua italiana.

- La regione Calabria, rispetto ai risultati in matematica (186 punti), si pone marcatamente al di sotto della media nazionale di 200 punti.

- Al termine della quinta elementare, in italiano, il miglior risultato è della regione Marche, che stacca la Sicilia di ben 18 punti. Già dalla classe V della primaria, si specifica, è possibile constatare il divario che va via via accentuandosi, a fronte di un omogeneo livello di partenza.

- Rispetto alla matematica il risultato migliore spetta alla provincia di Trento, che stacca la Calabria di 26 punti.

- Al termine delle terza media (usiamo consapevolmente termini non più adatti come "terza media", ma conosciuti dalla maggior parte della gente) il divario che andava evidenziandosi già in V elementare assume dimensioni notevoli: primeggia Trento che dà ben 31 punti alla Calabria.

- Nel Sud il sistema di istruzione, soprattutto rispetto ai risultati in matematica al termine della scuola media, non solo è di gran lunga inefficace, ma anche il più iniquo: ciò si deduce dalla notevole differenza tra i risultati delle diverse scuole.

- Nella scuola superiore il divario è ormai cronico: Trento stacca la Basilicata di 33 punti.

- Il record negativo in matematica, rispetto alla scuola superiore, spetta alla Sardegna, il cui divario con Trento è addirittura di 44 punti. 

- Le differenze si ravvisano anche rispetto alle tipologie di scuola: buoni i risultati dei licei, seguono gli Istituti tecnici e infine, fanalini di coda, i professionali.

- Tra i licei, quelli con il risultato migliore si trovano in Lombardia, i peggiori in Basilicata.

- Tra gli Istituti tecnici, i migliori sono quelli di Trento, i peggiori quelli calabresi.

- Rispetto alla matematica, si può dedurre che il livello di alcuni Istituti tecnici del Nord-Est se la batte con quello dei licei del Centro.

- A livello regionale, in matematica, il livello più alto è del Veneto e del Friuli Venezia Giulia; quello più basso è della regione Sardegna.

- Differenza di genere (ebbene sì, si calcola anche questo): le femminucce sono mediamente più brave dei maschietti. Forse per metodicità, serietà, maggiore propensione al dovere? C'è un "ma": i maschi superano le femmine in matematica.

Checché se ne dica, chi scrive ritiene le prove INVALSI utili, se non addirittura necessarie: nella scuola dell'autonomia, i cui si definisce il livello di arrivo in uscita e, qua e là, durante il percorso, alcuni blandi paletti da seguire, un termine di paragone è indispensabile. Le prove, per esperienza personale, sono efficaci, ben fatte e tendenzialmente riportano in modo fedele il livello di competenza dell'alunno. Lo stesso professor Serianni, celebre docente di linguistica presso "La Sapienza" di Roma, si espresse con parole di apprezzamento verso le prove di italiano INVALSI somministrate agli alunni. Siamo assolutamente d'accordo con lui. Non c'è altro modo per arginare la deriva di autonomia sul territorio nazionale, che porterebbe le scuole di Trento e Palermo a procedere per conto proprio, senza alcun termine di paragone e punto di riferimento. Le prove INVALSI spesso non sono ben viste dai docenti, poiché, tra l'altro, sono uno strumento di valutazione indiretta del loro lavoro. Ma davvero pensiamo, nel 2016, quando il mondo confronta i sistemi di istruzioni nei rilevamenti OCSE-PISA (in modo simile a quanto avviene con l'INVALSI), di poter mantenere una classe di docenti-lavoratori senza valutare il loro operato?

Il Rapporto evidenzia che i docenti, tra Nord e Sud, non lavorano allo stesso modo, non ottengono gli stessi risultati, non sono egualmente onesti (per quanto disturbi una tale osservazione pare che sia proprio così): quali sfide accogliere da tutto ciò?


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