giovedì 13 luglio 2017

"A scuola con la Mindfulness": vuol dire stare tra i banchi con una marcia in più


Segnaliamo la lettura - e la pratica - di un libro molto interessante di Antonio Vigilante, "A scuola con la mindfulness". Chi non conosce la mindfulness potrebbe pensare fin da subito ad una delle tante "mode" contemporanee per spillare soldi o per darsi un tono. Nulla di tutto questo, e chi scrive ne parla per esperienza personale.

 La mindfulness rimanda a pratiche meditative di consapevolezza in grado di sviluppare nella persona capacità di attenzione, accettazione non giudicante del momento presente, visione chiara delle proprie emozioni e dei propri pensieri. Sebbene affondi le sue radici in un passato di 2500 anni, oggigiorno la scienza riconosce gli straordinari benefici che la pratica della presenza mentale ha sugli individui di ogni estrazione sociale, di ogni età; dunque può avere effetti straordinari se applicata tra i banchi di scuola.

Risale a circa due anni fa la pubblicazione dei risultati di una ricerca condotta presso un contesto scolastico difficile di San Francisco (USA): dopo un mese di pratica della mindfulness le sospensioni scolastiche si sono ridotte del 45% e, ad oggi, i ragazzi provenienti da questa scuola risultano gli studenti più felici di tutta San Francisco, con un tasso di ammissione alla scuola superiore del 20% (prima dell'inizio del programma il tasso di ammissione era a malapena di uno studente all'anno)



Come è stato possibile tutto questo? Attraverso la pratica dell'attenzione, che tutti possiamo imparare con un po' di esercizio e che via via si estende in modo informale a tutti i momenti della giornata. 
L'unico problema, ed è anche il punto debole di questo articolo, è che la mindfulness non si racconta, si pratica. Soltanto mettendosi all'opera per qualche minuto ogni giorno è possibile vedere i benefici enormi che porta. Benefici che, se estesi a studenti ed insegnanti, hanno il potere di rivoluzionare davvero i contesti scolastici.

Il libro proposto affronta proprio questo discorso, con istruzioni per la pratica ed esercizi mirati. Lo consigliamo davvero, non per sentito dire, non per moda, ma per esperienza diretta. 


Dalla presentazione del libro
Cinque secoli prima di Cristo Siddhartha Gautama, il Buddha storico, ha elaborato un sistema di meditazione (vipassana) basato sull’analisi di se stessi, del proprio corpo e dei contenuti mentali. Negli anni Settanta il medico statunitense Jon Kabat-Zinn ne ha tratto un protocollo scientifico per la cura dello stress. È nata così la mindfulness, una pratica che ha rivoluzionato il mondo della psicoterapia.

Questo libro suggerisce che l’introduzione della mindfulness nelle scuole, associata alla pratica occidentale del dialogo filosofico, rappresenta l’occasione per un cambiamento
di paradigma in campo educativo.
La mindfulness può essere uno strumento efficace per affrontare problemi sempre più diffusi nelle nostre scuole, come violenza e bullismo, disattenzione, difficoltà di concentrazione,
burnout dei docenti. Per Vigilante, tuttavia, essa attua tutte le sue potenzialità solo se inserita in un progetto educativo più complesso. L’Educazione Basata sulla
Consapevolezza (EBAC) Umanistica proposta dall’autore è un programma di formazione che, attraverso la ricerca interiore e il dialogo con gli altri, intende approfondire la consapevolezza come sapere di sé (dimensione esistenziale), sapere dell’altro (dimensione etica), coscienza dei problemi comuni (dimensione politica). Il libro è completato da una guida pratica, con esercizi pensati appositamente per studenti e insegnanti.

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