martedì 26 dicembre 2017

I giovani e il valore della sconfitta - Educare Narrando

Il titolo del post non è virgolettato poiché è stato estrapolato dal contenuto del testo che segue, una bellissima riflessione sul valore della sconfitta; tema, questo, che è più volte apparso nelle cronache recenti quando si parla di giovani, studenti, ragazzi di diverse età che non reggono la sconfitta, che non sopportano gli insuccessi, soprattutto se incalzati da adulti apprensivi, da contesti estremamente competitivi e "veloci", dove l'errore è un lusso che pare non potersi permettere. 

E allora la conseguenza di questa percezione alterata, ma spesso non ingiustificata, sono gesti eclatanti, estremi, a volte, purtroppo, tragici.
Le parole che seguono ci aiutano a riflettere sul valore morale della sconfitta onesta.


Penso che sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta.
Alla sua gestione.
All'umanità che ne scaturisce. 
A costruire un'identità capace di avvertire una comunanza di destino, dove si può fallire e ricominciare senza che il valore e la dignità ne siano intaccati.
A non divenire uno sgomitatore sociale, a non passare sul corpo degli altri per arrivare primo.
In questo mondo di vincitori volgari e disonesti, di prevaricatori falsi e opportunisti, della gente che conta, che occupa il potere, che scippa il presente, figuriamoci il futuro, a tutti i nevrotici del successo, dell'apparire, del diventare. 
A questa antropologia del vincente preferisco di gran lunga chi perde.
E' un esercizio che mi riesce bene.
E mi riconcilia con il mio sacro poco.



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