Quando la scuola si adatta alle esigenze dei loro principali destinatari - gli studenti - in genere i risultati arrivano. Quando poi si segue la scìa dei risultati delle ricerche pedagogiche e delle scienze dell'apprendimento si fa bingo. E' questa la politica scelta da anni dall'istituto Ettore Majorana di Brindisi, una scuola superiore tra le più innovative d'Italia, che chi scrive ha conosciuto attraverso un testo di Giacomo Stella, di cui consigliamo la lettura: "Tutta un'altra scuola! Quella di oggi ha i giorni contati".
Dalla fine di gennaio gli studenti del Majorana entreranno in classe alle 10, anziché alle 8.30. Saranno loro stessi a monitorare gli effetti di questa sperimentazione: dovranno appurare se, effettivamente, con più ore di sonno il loro rendimento scolastico migliorerà.
Insomma, si tratta di una innovazione didattico-organizzativa già presente in scuole statunitensi e del Nord Europa, a cui in questo caso si affianca un lavoro di ricerca-azione (si veda a questo proposito il lavoro di De Landsheere) portato avanti nientemeno che dagli stessi studenti. Compito di realtà, sviluppo delle competenze, adattamento del tempo scuola, centralità dello studente: sono tutti concetti che abbiamo trovato sui libri, studiato nelle facoltà di scienze dell'educazione, nei manuali di preparazione ai concorsi e finalmente, una volta tanto, li troviamo anche concretamente applicati nella scuola reale. Complimenti al Dirigente Scolastico Salvatore Giuliano che, è evidente, non ha nulla da spartire, a parte il nome, con il noto bandito.
L'ingresso a scuola alle 10 risponde alle esigenze di molti studenti che talvolta sono costretti ad alzarsi alle 5 per stare in orario a scuola, sin dalla prima ora. Chi scrive si alzava alla 6.30 e spesso, per i disagi legati al servizio di trasporto pubblico, doveva fare circa 3 km a piedi per raggiungere la sede del Liceo Severi. Né era concepibile, per un ragazzo di 15, 16, 18 anni, andare a letto alle 10 di sera: quello era il momento in cui rilassarsi, dedicarsi a qualche hobby o guardare la tv.
L'inizio delle lezioni alle 10 migliorerà il rendimento degli alunni (ne siamo sicuri o almeno ce lo auguriamo con tutto il cuore) e anche nelle discipline più "cerebrali" - che so, la matematica, il latino, la filosofia - se inserite nelle prime ore di lezione. Non si tratta certo di assecondare i capricci degli adolescenti, ma di adattarsi ad un'esigenza reale: il numero di ore necessarie per ricaricare le batterie.
Chissà che poi questo cambio d'orario non riservi delle belle sorprese anche nel rendimento dei docenti, anche loro in classe con qualche ora di sonno in più e con un orario di lavoro più comodo e snello.
Perché, diciamocela tutta, non sono soltanto gli studenti ad essere rincoglioniti alle 8 della prima ora :)
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