giovedì 7 marzo 2019

"L'educazione intesa come prassi è una forma di violenza", intervista ad Emanuele Severino

In un'intervista rilasciata dal celebre filosofo Emanuele Severino a "Siamo Donne" si discute del suo unico libro dedicato alla scuola e all'educazione: "Educare al pensiero". Il celebre filosofo bresciano ha fatto altri interventi su questo tema (per lo più su quotidiani nazionali e poi raccolti in volumi editi da Rizzoli), ma mai aveva realizzato un testo interamente dedicato all'educazione.
E' chiaro che il libro racchiude i capisaldi del suo pensiero, che non sono affatto di facile comprensione; anzi, ad un orecchio che ascolta per la prima volta le sue parole, alcuni concetti potrebbero sembrare fin troppo astratti, o folli persino. 
Ma non è così.

In fondo riportiamo il link all'intervista e, per chi può vederlo, il video stesso. Prima ancora inseriamo il link per acquistare il volume.

La costante della cultura occidentale è la cura per l'educazione come relazione che trasforma.
La volontà è alla base di ogni violenza. E' volontà che le cose siano altro.

Non esiste cultura né in occidente né in oriente in cui non si intenda la cosa come un trasformarsi.
Diventare altro vuol dire che si strappa da sé medesima, si smembra e invade l'altro che essa diventa. Ed è smembrato anche ciò che è invaso. Questa è la violenza: alterare ciò che si è e che si diventa.

Sulla base di questa persuasione nasce la volontà, che desidera la trasformazione dell'altro.
Se l'educazione è intesa come prassi, come volontà, anche l'educazione è una forma di violenza. 

Capire che nulla diventa altro è il fulcro dell'educazione. Allo stesso modo capire che ogni ente è eterno è un approdo imprescindibile, è ciò in cui consiste l'educazione al pensiero come base degli interventi educativi. 





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