La famiglia nella fase 2 |
Nel lockdown, tanti tra noi, in mezzo a mille difficoltà, hanno comunque vissuto vite molto, molto intense. Per noi famiglie ci sono state infinite sfide da superare. Economiche, educative, gestionali, relazionali.
Un puzzle di elementi ignoti ci è apparso sul tavolo delle nostre esistenze, senza l’immagine già composta da cui prendere ispirazione per il processo di risoluzione. Non abbiamo risolto. Però abbiamo gestito. Se la nazione si avvia oggi alla Fase 2 è anche perché, noi famiglia, siamo stati un avamposto più che adeguato, un luogo di resistenza e resilienza che ha mostrato e dimostrato una “tenuta eccezionale” nei confronti di un’emergenza che aveva confini e caratteristiche inimmaginabili fino a tre mesi fa.Alberto Pellai
La fase 2 sarà forse ancora più complessa della fase 1, per molti versi. Dovremo dosare la parola responsabilità con molte altre variabili. Dovremo usufruire dell’accesso al “fuori”, con tantissime limitazioni, difficili da incorporare nel nostro stile di vita. Ma ancora di più, da accogliere e integrare nella nostra mente. Lo spazio esteriore continuerà a rappresentare una minaccia e un allarme di cui essere consapevoli in ogni cosa che facciamo. Ogni nostro passo nel fuori non sarà libero, ma a sua volta “confinato”. Avremo ancora molta frustrazione da tollerare. E di questa frustrazione, noi genitori, dovremo continuare a farci carico anche per i nostri figli. Non sarà facile, ma ce la faremo.
Come ha scritto Luis Sepulveda, che non è riuscito a sopravvivere a questa tremenda pandemia, “la vita si misura dall’intensità con cui si vive”. E quando siamo di fronte ai nostri figli, noi comprendiamo appieno il concetto di “intensità di vita”. Loro ce la testimoniano in funzione, anche, dell’esempio che noi sappiamo offrire loro, in ogni momento. Dovremo continuare ad essere esemplari. Che non vuol dire perfetti. Imperfetti, ma esemplari.
Testo tratto dalla pagina Facebook di Alberto Pellai
Testo tratto dalla pagina Facebook di Alberto Pellai
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