Di Elena Agostini, insegnante
"Non vi è amore più grande di questo:
dare la vita per i propri amici".
Questa è la storia di un ragazzo sorridente e lavoratore che pur di difendere un amico si fionda da solo nell'inferno della barbarie e ne esce morto.
Quel sorriso sta brillando ora su altri prati, illuminato da un altro Sole, quello promesso come ricompensa a chi sa fare della propria vita un dono.
E poi è la storia di quattro armadi a muro cresciuti ad omogeneizzati e playstation, quelli con la palestra pagata da papà e i tatuaggi offerti da mammà, tronfi, beoti, con l'espressione tipica da "io so' io e voi nun siete un cazzo" quando l'unica loro attività è stata probabilmente alzare il culo dalla sedia per andare a spacciare.
Questa è la storia che tristemente si ripete, come quella di Emanuele Morganti, di una giustizia che non funziona, che tutela i delinquenti, gli assassini, i prepotenti, i furbetti del quartierino e lascia morire i figli di madre per strada.
Questa è la storia dei falliti che si sentono ganzi perché indossano camicie che la gente normale non userebbe neanche per pulire i vetri, un concentrato di cattivo gusto esistenziale, di maleducazione mai corretta, di vigliaccheria endemica, quella di chi si scaglia senza pietà in quattro contro uno solo.
Da educatore li riconosci subito quelli così. Puntano i piedi e battono i pugni, strafottenti, sin dalla tenera età, tutelati in tutto e per tutto da esseri inadeguati che si sono riprodotti ma non sapranno mai essere genitori e come unica arma di difesa usano la prepotenza.
Continuano ad opporsi e a trattare come nemici chi prova a far loro intravedere prospettive diverse, strategie non considerate per quei figli viziati che non cresceranno mai.
Infine. Un breve pensiero sulla natura del male. Che esiste in ogni testa e in ogni pelle, a prescindere dal loro colore.
Io li vorrei sempre aperti i porti per dirottare 'sta monnezza italica altrove. Ma non sarebbe giusto portare i nostri scarti ad inquinare altri lidi.
I panni sporchi si lavano in casa.
Battiamoci per una giustizia equa.
Altrimenti ogni frase sarà un nuovo calcio ipocrita al corpo inerme di un ragazzo indifeso.
Riposa in pace, Willy. ❤️
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