La mia considerazione viene però di conseguenza: ciò che la collega lamenta, e cioè una valutazione antica da una parte e l'assenza di valutazioni che considerino anche il processo e che considerino "quanto altro ci sia da valutare", forse trova soluzione in qualcosa che non dobbiamo reclamare, ma che già c'è. Mi riferisco alla didattica per competenze, alla valutazione di lavori collaborativi, all'uso di rubriche di valutazione, che per loro natura non comunicano sterili voti, ma quel "tanto altro" che c'è nei processi di apprendimento. Il fatto è che, forse, non lo usiamo abbastanza o non abbastanza bene.
Buona lettura, e magri diteci cosa ne pensate.
Grazie a Cristiana per il suo contributo e la sua riflessione
Di Cristiana Caserta, insegnante
Chat infuocate nei giorni precedenti l'incontro della Preside con i coordinatori.
Nuova dirigente, ognuno vuole fare bella figura esponendo la 'situazione della (propria) classe'.
(Con te? Come sono? Verifiche fatte? Assenze? La telecamera la tengono accesa?)
La mia classe pare la peggiore. Sono rassegnata... fino a sera fioccano lamentele.
Finché... la luce!
- E se togliessimo i voti?
Dice una collega, nota per la sua severità
Sì. La DaD fa emergere quanto di anacronistico e insensato c'è nel voto...
Quanto altro ci sia da valutare, che il voto non dice. Quanto la valutazione sia legata a pratiche - il compito fatto in due ore, sotto lo sguardo poliziesco e inquisitore del docente - troppo 'scolastiche' per poter resistere fuori dall'edificio 'scuola'.
Se approfittassimo della situazione per introdurre altri tipi di feedback? E chiedessimo prove più vicine a quelle della vita extra scolastica?
Io ho assegnato il tema e loro dovranno consegnarmelo entro sabato. Intanto abbiamo fatto diversi step, progettazione, letture, stesura di capoversi etc..
Fornirò un feedback preciso e dettagliato, sulla scrittura e sul contenuto.
Ma il voto non farà passare in secondo piano tutto il resto?
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