- Buondì ragazzi! Avete sentito della morte di Maradona?
- Sì, prof... 'sto 2020 è un disastro
Qui si accende la lampadina, quando la retorica del momento rischia di spostare l'attenzione da qualcosa di molto serio ad una goliardica narrazione collettiva, quella che vuole il 2020 come l'anno della sfiga totale.
E così prendo la palla al balzo, proprio come avrebbe fatto, molto meglio di me, il campione argentino.
- No, ragazzi. Non è stato il 2020; è stata la cocaina, è stato l'alcol, è stata una vita totalmente sregolata vissuta all'estremo.
E la morte di Maradona diventa così uno stimolo, in classe
(o a distanza, come nel mio caso), per parlare con gli studenti di cose serie:
dell'uso degli stupefacenti, dell'abuso dell'alcol e di come queste sostanze ti
portino nella tomba prima del tempo.
Di come il 2020 in sé non abbia alcun
potere: è un'astrazione, un periodo di tempo a cui noi uomini abbiamo dato delle
coordinate arbitrarie. Non è niente di più: l'anno 2020 del nostro calendario
non ha capacità di agire, non è uno spirito.
Semmai noi, individui appartenenti alla specie umana, abbiamo la possibilità di
discernere, scegliere e di autodeterminarci.
Talvolta, come in questo caso, agli insegnanti tocca la prosa, mentre i media e
il mondo osannante al "pibe de oro" preferiscono la versione poetica,
certo più edulcorata e affascinante.
La storia di Maradona, se mettiamo da parte quello straordinario e ineguagliato
talento sul rettangolo verde, è stata una vicenda umana di solitudine,
schiavitù, dolore, eccessi, dipendenze, tradimenti. È stato un uomo spesso solo,
senza coordinate esistenziali, miseramente ingenuo, con poca cultura e pochi
strumenti intellettuali. Un eroe decadente che, tanto più il mondo lo innalzava
a mito, tanto più collassava nella sua dimensione esistenziale.
Guardando ieri sera il documentario in cui si raccontava a Kusturica, ho visto
un uomo profondamente infelice, smarrito, al di là dell'incenso che un mondo stordito
dall'epica del calcio gli tributa. Ho provato compassione più che ammirazione.
Ho visto una vittima anziché un eroe.
Insomma, oltre al gol all'Inghilterra o alla punizione leggendaria contro la Juventus, è lecito chiederci seriamente se il Maradona uomo ci piaccia; ed è giusto, allo stesso modo, spostare l'attenzione dei giovani dalla gloria mediatica, che cattura e affascina, alla più concreta e meno appariscente vicenda umana, che in questo caso è triste, tragica.
È giusto
interrogarsi sul senso della vita, sulla felicità dell'uomo, sulla gloria,
sulle dipendenze, sui falsi miti.
Talvolta la scuola ha il diritto di picconare e sgretolare impietosamente ciò che per il mondo è leggenda e riportare l'attenzione sull'unica cosa che conta: l'esistenza delle persone.
Amare parole non spese bene in una giusta ed equilibrata riflessione. Credo che l'amore x la vita supera quasiasi bruttura della vita stessa e pertanto esprimo un mesto pensiero per la conclusione di una esistenza così travagliata ed intensa che dà la misura della grandezza di Dio in questo argentino con la maglia n10 detto"D10S". D'ora in poi resta solo quanto di buono egli ha lasciato: grandi giocate e grandissimi risultati dal rettangolo di gioco; le distrazioni, gli errori facevano parte dell'uomo; ma il talento e la grazia di gioco erano un trionfo della natura divina di costui. A ragione quindi, esorcizzato dalla morte è giusto celebrarne i meriti, le prodezze, così al tempo stesso viene evidenziato l'essere umano imperfetto, altrimenti sarebbe stato un Santo con l'aureola.
RispondiEliminaQuindi secondo questa Prof., bisogna togliere lo studio di poeti come Baudelaire, Verlaine o Rimbaud che si drogavano abitualmente. O cancellare la musica di Chopin, altro drogato. O eliminare Proust, Hemingway o Vangogh alcolizzati dall'assenzio. Non sono napoletana, non ho parenti napoletani o argentini ma il saluto a Maradona oggi va al campione che è stato e alla sua bravura come calciatore, ancora oggi inimitabile. Non c'è stato un solo giornale o una trasmissione televisiva che non abbia parlato dell'abuso di cocaina e alcool. Ma bisogna saper dividere cara Prof. Non m'intendo di calcio e sono andata a vedere la sua storia. Così come non possono conoscerla i suoi studeni vissuto il fenomeno Maradona i suoi studenti visto che giocava la sua ultima partita 25 anni fa. Ma se oggi così tante persone stanno piangendo per Maradona vuol dire che era un personaggio straordinario a prescindere dai grossi problemi che aveva. Quando qualcuno muore, e lo si fa sempre, per tutti, si parla di quanto di positivo si lascia .....non si sottolineano gli errori. Quelli li facciamo tutti, più o meno grandi, e fanno parte della debolezza e della fragilità di ogni essere umano, compreso Maradona. La scuola non ha il diritto di picconare e sgretolare impietosamente sembra una frase da scuola del dopoguerra quando ancora si usavano le bacchettate sulle dita. La scuola ha il dovere di "costruire" e non di giudicare. Altrimenti è solo un voler salire in cattedra con il dito puntato.
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