Siamo sicuri che la lettura integrale dei Promessi Sposi a scuola abbia davvero una valida valenza educativa?
Può un romanzo dell'Ottocento rispondere alle domande di senso e al bisogno di chiavi di lettura del reale di uno studente del ventunesimo secolo?
Il filosofo Umberto Galimberti si esprime in tal senso.
✍🗣UMBERTO GALIMBERTI: BASTA CON I PROMESSI SPOSI A SCUOLA: "[...] Siamo stati anche educati malissimo. Io sono del parere per esempio che bisogna far smettere di leggere ai ragazzi i Promessi Sposi. Ve lo dico sinceramente. Perché, cosa succede? È un romanzo bellissimo, scritto in una maniera folgorante, una grande letteratura, ma non puoi dare a un ragazzo, a un ginnasiale, il messaggio che quello che conta nella storia lo fa la Provvidenza e tu non conti un tubo. Ma che discorsi sono questi? Tu conti nella misura in cui agisci nel mondo e nella storia! Ecco, questo messaggio che c'è comunque un disegno superiore che risolve tutti i problemi, ma non c'è questo disegno: o ti dai da fare o ti dai da fare!
Penso che Galimberti farebbe bene a rileggersi i 'Promessi Sposi. Il romanzo potrebbe forse aiutarlo ad esprimersi in un italiano corretto evitando di cedere ad un linguaggio povero giovanilistico che cerca di attirare i giovani.
RispondiEliminaOddio che presunzione però
EliminaIo invece penso che ci siano tanti scrittori italiani degni di essere letti e anche tante opere di prosa e poesia. Che non dovrebbero esserci obblighi nelle letture, ma suggerimenti e commenti personali e discussioni tra studenti
RispondiEliminaIo invece vorrei DIRE, in primis a Galimberti, che la FEDE NON È UN' ILLUSIONE. Illuso è colui che pensa di poter tutto senza DIO.
RispondiEliminaAmen
Elimina"Lettera aperta al filosofo Umberto Galimberti"
RispondiElimina**********************************************
Solo qualche osservazione.
A proposito de "I Promessi Sposi".
Dice: "E' un romanzo bellissimo".
E allora, perche' non indirizzare i giovani al godimento della bellezza. O l'esaltazione dell'analfabetismo e' segno di positivita' e non invece una regressione all'eta' della pietra? Babbut, mammut e filiut ?
Dice: "Non puoi dare a un ragazzo, a un ginnasiale, che quello che conta, nella storia, lo fa la Provvidenza e tu non conti un tubo"
Signor Filosofo, ma i personaggi di Manzoni contano, e come! Hanno una loro personalita'. Una solida struttura psicologica, poco incline a condizionamenti indebiti. Una volonta' che li porta liberamente a scelte di vita. A iniziative talvolta anche avventate. Ricorda l'episodio di Don Abbondio, colto di sorpresa nel tentativo di farsi sposare?
La Provvidenza di Manzoni si dilata oltre il suo significato fideistico. E' ampliata alla condizione di interdipendenza che accomuna tutta l'umanita': la dipendenza dall'aiuto altrui.
Non veniamo al mondo per nostra volonta'. Altri ci danno il sostentamento. Altri ci vestono. Altri ci educano e ci istruiscono.
Fino alla fine, quando, sempre altri, ci portano a spalla, dentro una bara, verso l'ultima dimora....E tutto questo non significa necessariamente "non contare un tubo"!
Non entro nel merito del discorso "chi crede e chi non crede"
Dico solo che la Fede non si riduce alla spocchiosa superficialita' di essere relegata a Lourdes, a Padre Pio e simili.
La vera Fede va ben oltre i "santini" e le litanie.
Ma il culmine della sua palese animosita' consiste nel confondere "ipotesi" con "illusione".
Credere o non credere sono basate su ipotesi. E contrariamente all'illusione, che preclude, per definizione, ogni realizzazione concreta, l'ipotesi contempla quella possibilita', sorretta appunto dalla speranza. Ossia una aspettativa che potrebbe portare, nel tempo, alla manifestazione di una luminosa realta'.
Chiudo, riportando una sintesi perfetta della Provvidenza di Manzoni. Una semplice, popolaresca esortazione che mia nonna Merina -seconda elementare, ma piu' saggia di un trattato di filosofia- mi rivolgeva spesso: "Aiutati che il ciel t'aiuta"!
Tanto le dovevo. Con deferenza.
(giorgio mai - 93 anni - nessuna laurea - di estrazione contadina. E di adozione, quando gli girano, rompiscatole !!)
Ho letto e riletto i Promessi Sposi.
EliminaHo avuto la fortuna grande, di avere degli insegnanti degni di portare questo nome, che mi hanno fatto amare questa opera straordinaria di Manzoni, che non ' è solamente una " storia", ma è una storia nella storia.
Una storia nella storia, grazie alla quale , abbiamo potuto analizzare un momento del nostro passato .
Un libro che rischiò la censura per il suo carattere " storico"
Un romanzo che se vogliamo, può avere punti in comune con l' oggi.
I contagi, i tumulti, i malviventi, le persone di potere, il clero...
I drammi d ' amore.
La morte e la vita, il perdono.
I protagonisti dei Promessi Sposi, non sono statici e non aspettano la venuta del Messia senza far nulla.
Sono personaggi vivi, che si muovono e fanno la loro storia e anche la nostra.
Caro filosofo, sono concorde con Giorgio Mai.
Lui si che è un filosofo!💓
Le parole di Galimberti sono un allucinante esempio del vuoto in cui è scaduta la filosofia. Codesto "filosofo" che nulla possiede degli attributi del filosofo vero, primo fra i quali l'umiltà di socratica memoria, che denigra la scuola italiana, apprezzata in tutto il mondo, che vorrebbe licenziare gli insegnanti a suo dire mediocri (e chi li giudica , lui, e a quale titolo?), ma si guarda bene invece dal proporre premi agli insegnanti migliori, che pontifica disinvoltamente s u tutto , che vorrebbe eliminare dalle scuole "I promessi sposi", facendosi un paladino della "cultura della cancellazione" oggi imperante, che non si perita di insultare chi non appartiene alla sua cerchia ideologica( vedi l'episodio con la Meloni), che cambia idea e corregge il tiro, nella migliore tradizione italiana del trasformismo, quando si accorge che certe sue espressioni gli farebbero perdere popolarità e chiama questa operazione equivoca "mimetizzazione" dell'intelligenza,"per farsi capire", che critica la religione quando gli fa comodo, e quando gli fa comodo la sostiene, servendosi di tutti i peggiori artifici retorici impiegati una volta dai sofisti, secondo i quali con la parola ,con il divino Logos, si potevano "rendere deboli le ragioni forti e forti le ragioni deboli", codesto personaggio , novello Solone che si presenta come colui che ha la verità in tasca , non rappresenta tutti noi, docenti, intellettuali , scrittori, pensatori, che con un diuturno lavoro, in particolare con le giovani generazioni, ci adoperiamo per rendere migliore il mondo in cui viviamo. Non ci resta pertanto che prendere le distanze da un personaggio che una volta avevamo ammirato.
EliminaSensazionale, le faccio i complimenti per la qualità del suo pensiero
RispondiElimina👏👏👏
RispondiEliminaUn'osservazione dal punto di vista in cui personalmente mi pongo: ma Galimberti, quando ormai la secolarizzazione è un fatto compiuto ovunque, anche qui in Italia, nei piccoli paesi del Meridione non meno che nelle grandi città del Nord, questo senso della Provvidenza dove lo registra? E, assieme alla Provvidenza, dove registra questo riferimento alla volontà di Dio, che è un sinonimo di Provvidenza? Non converrebbe, anche a parere di lui, laicista furoreggiante (e, con tutto il suo furore laico, anacronistico in questo nostra tarda modernità ultrasecolatizzata) spiegare che provvidenza significa etimologicamente anche e soprattutto guardare in avanti, vedere le cose in positivo senza arrendersi alla disperazione, senza perdere la speranza di un futuro nuovo? Questa idea di provvidenza, che pure si rintraccia nelle pagine cristiane di Manzoni, non è molto meglio del laicistico disfattismo galimbertiano (e gli faccio un omaggio usando un aggettivo ricavato dal suo cognome)?
RispondiEliminahttp://iscolla.blogspot.com/2022/12/manzoni-limpegno-ce-ma-non-si-vede.html
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